TURISMO POST CRISI: A QUANDO LA RIPRESA?

Da Michele Dallapiccola

Provando a perscrutare il nostro futuro post crisi, uno degli scenari più difficili da leggere è sicuramente quello che coinvolge settore del turismo. Non a caso cito questo settore tra tanti perchè se il contingentamento degli spazi tra le persone e l’utilizzo dei DPI nell’artigianato e nell’industria sono facili da immaginare, lo sono, seppur in misura minore, anche nel commercio.

Ben più difficile risulta pensare a scenari intermedi per il settore turistico: quanti sarebbero disposti a trascorrere  serenamente una vacanza in guanti e mascherina? Insomma nella mia personale e necessariamente umile valutazione rimango convinto che la vera normalità che consegnerà piena potenzialità al settore del turismo, arriverà solo dopo che quest’epidemia sarà stata definitivamente sconfitta. Questo stato di cose potrà avvenire solo dopo l’applicazione su scala mondiale della vaccinazione, unico fatto che potrà garantire quell’immunità di gregge necessaria a tenere a bada il terribile flagello che ha afflitto l’umanità in questo frangente. Ma per quanto io sia ottimista, mi riesce difficile immaginare, per ciò che ci racconta la cronaca scientifica in questi giorni ci, che tutto questo avvenga in tempi brevi. E se nelle prime fasi di questa epidemia si pensava alla stagione estiva come momento di riapertura post crisi oggi comincia ad adombrarsi qualche dubbio anche su quella prossima invernale. Un’attesa durante la quale gli esperti ci consigliano sarà necessario seguire indicazioni tecniche per cercare di gestire la fase di mercato sospeso che tristemente riguarda tutti gli strati dei nostri affezionati clienti e partner commerciali. 

Fortunatamente, le relazioni di oggi, anche se molto lontane possono essere mantenute vive curando i rapporti attraverso il web e la telecomunicazione, formidabili strumenti in grado gestire i contatti con i nostri clienti e fornitori, siano essi diretti che intermediari commerciali.

L’esortazione collettiva è di concentrarsi sul tenere in ordine il proprio stato d’animo, la propria dimora, anche lavorativa e la propria rete di contatti, e non vale solo per le imprese ma anche per tutti noi che stiamo aspettando che il nastro della vita si riavvolga il prima possibile alle condizioni pre coronavirus. 

La società di oggi corre in fretta, sulle linee della fibra ottica, sui segnali dei satelliti, sulle ali degli aerei, ed è utilizzando queste formidabili conquiste, che tutto pur alla spicciolata, ripartirà. E se la ricostruzione dopo secondo conflitto mondiale impiegò almeno un ventennio per riconsegnare fiducia agli italiani, quelli che allora furono anni, domani per noi saranno mesi. Tanto breve sarà questo periodo quanto più tra pane&tecnologia riusciremo a mantenere alta la solidarietà sociale, quella tipica della gente di montagna. Turismo con Agricoltura in primis, ma poi volontariato, in genere e delle Pro loco, per animare le località, attività culturali, dei ristoratori, delle Strade dei Sapori, ancora sport, natura e molto molto altro.

Forse, impareremo a volerci più bene e a tollerare un po’ di più i trattori che vanno piano o le code del traffico turistico. E sarà vero catalizzatore della ricostruzione del Trentino, il guardare il nostro vicino sotto una diversa luce avendolo conosciuto da un punto di vista diverso, quello delle reciproche finestre, durante la quarantena.