INFO SUGLI ORSI: STESSO STILE DEI DATI DEI CONTAGI?

Da Michele Dallapiccola

Che la gestione dei Grandi Carnivori in Trentino sia più difficile che altrove è un fatto risaputo. L’orso qui, rispetto all’Abruzzo dove è in numero costante da decenni, continua ad aumentare. I lupi manifestano una progressione geometrica, e ora sono stati avvistati anche il cane procione e una coppia feconda di sciacallo dorato. 

Alla responsabilità di gestirli non si sfugge. Chi amministra finisce per doverlo fare. Con cognizione di causa e dovuta autocritica giudico il percorso della precedente legislatura pieno di acciacchi, di difficoltà ma anche di traguardi raggiunti a suon di qualche errore. Nessuno potrà negare però anche tantissimo impegno. Abbiamo lasciato un grande solco, quello della legge 9 del 2018. Da chi governa oggi, ancora inapplicata.

Cosa abbiamo fatto finora

Avevamo avviato un piano di opere di prevenzione anche straordinarie da proseguire. A chi governa in questa prima metà legislatura, abbiamo trasferito con insistenza i suggerimenti per proseguire in tal senso. Rifiutati tutti. Mozioni, interrogazioni, ordini del giorno. Niente ha smosso nulla. Ciò che fa la Provincia oggi è meno di quanto faceva quando il problema era minore, nella scorsa legislatura. Ora i nodi vengono al pettine e l’evidenza finisce per mettere con le spalle al muro ovviamente chi amministra. I danni, quelli no. Quelli li subiscono solo gli allevatori. La rabbia degli insuccessi, invece la vivono tutti, specie la componente ambientalista che in Trentino e tra i milioni di ospiti del Trentino, i nostri turisti è prevalentemente diffusa.

Le delusioni del presente

Eppure la lega doveva essere il partito del coraggio. Il Partito che avrebbe sparato. Quello che l’orso se lo mangia come aveva fatto davvero a qualche festa campestre. L’altro giorno in consiglio ne ho sentito uno di loro raccontarmi che l’orso è protetto da leggi europee. Mi ha fatto sorridere. Ha ben detto la verità, solo che è la stessa persona che quando “viveva” politicamente dentro ai gazebo, la faceva molto più facile. E strillava, a furor di popolo invocando coraggio e carabina. 

Anche in questa comunicazione, è necessaria serietà

Non si risolve così il problema in una regione piena di allevamenti, di turisti e sensibilità ambientale. Si deve ricorrere alla serietà e raccontare le cose come stanno. Se si svicola, se si cerca di addolcire la realtà come è successo con la comunicazione dei dati della pandemia, anche sull’orso, si finisce per aver qualche buco. Ci scappa qualche informazione, diciamo poco corretta che almeno dai più attenti è colta immediate. Si finisce per provare a raccontare di letargo che non esiste, portando a pensare che anche il resto del racconto, allora, contiene ricostruzioni figlie di una realtà “aumentata”?

Cliccando questa frase evidenziata, leggete un po’ cosa ne pensa il quotidiano on-line più letto in Provincia.

Nella foto di copertina, una scomoda eredità. Un’orsa in gabbia. Si tratta di DJ3, nel gennaio del 2014: confidente, particolarmente dannosa. Fortunatamente per lei, e al contrario dei due maschi, almeno si adattò molto tranquillamente al recinto senza mai dare segni di psicosi. Smise di andare in letargo, come può capitare agli orsi in cattività.