Giunta dei record, Provincia del cambiamento. Come andrà a finire?

Da Michele Dallapiccola

Che la voglia di comunicare sui social e l’apparire in pubblico fossero un must ineludibile di questo Esecutivo lo avevamo capito fin dai primi momenti del suo insediamento. 

Foto, selfie, utilizzo dei social stressato all’ennesima potenza hanno contaminato fin da subito anche l’apparato di comunicazione di Piazza Dante. Sfigurato, si presenta oggi esclusivo ad uso e consumo della giunta anziché dell’informazione dei cittadini. Anzi, se non li fermavano le minoranze, avevano iniziato a invadere il web con le loro pagine anche attraverso il crossposting con la pagina Social ufficiale della Provincia. Senza ritegno. Come l’altro giorno in Consiglio Regionale. AL RIGUARDO, LEGGETE LE MIE CONSIDERAZIONI SU IL DOLOMITI

 

Durante il Covid: l’apoteosi. 

Siamo passati dal dover assistere a comunicazioni a reti unificate, fino al macabro ascolto della lettura dell’elenco dei morti. Per altro, a lungo, è stato l’unico contributo che l’assessora alla sanità ha saputo dare rispetto all’emergenza sanitaria in corso.

 

E’ il Salvini nazionale il Messia di questo metodo, sostenuto da fedeli apostoli. Emuli della sua invadenza, pervicacemente impegnati ad occupare di ogni singolo angolo occupabile. Hanno toccato le corde del più spinto populismo anche a livello trentino. Provvedimenti piccoli, poco onerosi, mirati ad ottenere sacche di voti, senza un piano generale. Il biglietto dell’autobus gratis agli anziani, l’asilo ai bambini, la domenica libera alle commesse dei supermercati. Si governa con logica del juke box. L’utente mette il gettone e la politica suona la canzone desiderata.

 

E’ la giunta dei record. 

Lo slogan per eccellenza è il loro celebre “mai prima d’ora”. “Adesso sì, gli altri mai prima di noi!” “Noi lavoriamo – noi non siamo come quelli di prima – noi non siamo i soliti politici – meno male se ne sono andati perché di danni ne avevano fatti abbastanza” Dal menù delle frasi fatte, eccone alcune tra le più usate dalla lega. Le usano nelle sagrestie delle riunioni o neanche tanto celatamente a latere di qualche incontro pubblico. Sono una breve antologia delle perle di ragionamento politico finora propugnate soprattutto ai trentini meno attenti. Molte, spacciate come vera novità, nonostante quasi tutto fosse disponibile ben prima del loro arrivo. Pensate ai bandi ”Qualità Trentino” ad esempio. Ci sono sempre stati. E’ solo stata inserita una scadenza all’accoglimento delle domande. Con la beffa che prima venivano prese in considerazione a ciclo continuo. 

 

Il cambiamento non c’è che dire, c’è stato. 

Almeno in quello sono stati di parola. Anche se forse non è quello nel quale speravano i Trentini. Ora a quel loro 54% che non li ha votati, sommato ai delusi da questa destra locale, non rimarrà che ripartire ed organizzarsi.

 

E per il 2023, come andrà a finire?

Probabilmente per la ripartenza di una nuova legislatura si dovrà guardare ad un centro dove il Nuovo Presidente della Provincia sappia concentrare su di sé l’interesse di liste mosse da diverse anime. Un pò come è stato per la città di Trento. Per la figura di vertice qui servirà però un’espressione del Civismo. Il trend d’union? Il sentimento antinazionalista che rifiuta l’atteggiamento partitico fortemente connotativo dell’attuale governo leghista. 

 

Del resto, per sua natura, il Patt, mai potrà essere con questo tipo di politica 

Sembra incredibile ma alla fine della legislatura manca ormai poco, molto poco. E fortunatamente l’attuale minoranza ha già cominciato ad organizzarsi, a ragionare intorno al nuovo Presidente. Come si fa con il proprio Comune. Si parte dal Sindaco.

 

E la cosa bella dell’autonomia è che il Presidente della Provincia è proprio il Sindaco di tutti i trentini. E non va a farsi un giro in bici durante una seduta di consiglio comunale.