E’ una di quelle notizie che il mondo agricolo attendeva da tempo. Anche in Trentino.
Questa scorsa settimana – e dopo tre anni di negoziati – è stato raggiunto un accordo tra Parlamento, Consiglio e Commissione Europea. Questo super “trilogo” europeo ha deciso sulla riforma della politica agricola comune ‘23-’27, sbloccando 350 miliardi€ di finanziamenti europei al settore agricolo. Ora, il 28 e il 29 giugno, la palla passerà ai Ministri dell’Agricoltura dell’Unione Europea che riuniti in assemblea plenaria dovranno valutare il documento proposto. Successivamente a livello nazionale, le Regioni e le Province Autonome dovranno trovare un accordo definitivo sul riparto riservato all’Italia. Nel frattempo, siamo autorizzati ad utilizzare in anticipo parte di queste risorse. Sono necessarie per sostenere l’agricoltura nel prossimo biennio perché, come ripeto, la Nuova PAC, sarà disponibile solo per il quinquennio ‘23-’27.
Alcune considerazioni di rammarico
Nello scorso settennio, le risorse destinate all’agricoltura sono state il 40% dell’intera dotazione finanziaria UE. Oggi i fondi destinati al settore primario caleranno al solo 30%.
Altro dato interessante è sul valore dei cd “titoli”. Si sperava che la convergenza interna ad un loro valore finalmente unificato, fosse un sogno che si avvera, specie per il Trentino. E’ noto che il loro valore così diverso tra le varie regioni europee provoca confusione e concorrenza sleale (qui pittorescamente la chiamano “mafia delle malghe”) Invece, se non ci saranno novità, il meccanismo a scalare che avvicina il loro valore rispetto alla media potrebbe continuare. Pare che lo scatto percentuale annuale di allineamento al valore medio, sarà un pò peggiore di adesso. Si passerà dall’attuale 20% al prossimo 15%
Meccanismi di condizionalità, (multe x intenderci) entreranno in vigore anche su aspetti sociali. Saranno dunque multate imprese che non rispettano contratti e normative europee sul lavoro. Confragricoltura si è premurata di sottolineare che a fronte di un taglio medio di finanziamenti Ue del 10%, all’agricoltura è toccato un taglio del 15% rispetto alla passata programmazione.
Altra preoccupazione grave e di non poco conto, è che della paventata semplificazione amministrativa pare ci sia gran poco. La novità più interessante è forse quella di una nuova forma di pagamento diretto, quello degli Eco Schemi. In pratica dovrebbero esserci dei nuovi premi che verranno riservati a chi mette in campo pratiche innovative a salvaguardia della biodiversità. (Vi ricordate, ad esempio, il premio “Re Di Quaglie”?)
Inoltre, saranno previste misure green anche sul secondo pilastro.
È andata male anche a chi invocava misure “capping”. Si è tentato di introdurre un tetto massimo di contributi per azienda: 100mila€. Si è concluso con un nulla di fatto e un misero obbligo di assegnazione del 10% del budget dei pagamenti diretti riservato alle aziende più piccole,
Come è andata, a me non piace.
Terminano qui tante speranze. Tutte infrante. C’è da dire che queste riguardavano eventuali miglioramenti. che sarebbero dovuti arrivare alla sola agricoltura dopo una crisi economica che non ha risparmiato nessuno. E dobbiamo tenere conto che Bruxelles ha da poco varato un piano da oltre 700 miliardi€ per sostenere i danni che il Covid ha provocato anche alla UE.
E se è vero che gli Stati Uniti ne hanno messi 1900, di euro, è altrettanto vero che il “convento europeo”, questo butta. Ai nostri agricoltori non rimarrà che farsene una ragione. Gli aiuti totali, specialmente in Trentino, hanno già cominciato ad andare al ribasso già da 2019.
Il tanto auspicato cambiamento ha colto di sorpresa questa giunta provinciale un po’ inesperta che pensava di cambiare regole di attuazione della PAC come i calzini per andare al lavoro. Invece, il rigore europeo li ha obbligati a non creare confusione ai contadini con continue modifiche delle norme vigenti.
E come procede la PAC in Trentino?
Va avanti con qualche “normuccia” appena, appena modificata. C’è poi una Giunta aridissima di generosità verso la sua competenza all’agricoltura (afflitta da doloso silenzio!). Infine ci sono i contadini trentini. Si apprestano ad affrontare le prossime due annate agricole all’insegna -ad esser generosi nei termini – della sobrietà’.
Poi, con una durata più breve (’23-’25), partirà la prossima PAC. Per il Trentino sarà sottesa tra meno fondi da Bruxelles, risorse già spese perchè anticipate in questo prossimo biennio ’21-’22 e una PAC provinciale per ora pericolosamente sbilanciata sulla parte zootecnica. Fin che va, sarà contento chi produce latte, ma domani- per loro – e oggi – per l’ortofrutta – siamo sicuri che sia una bella pensata?
Un po’ più di programmazione ci starebbe proprio bene perchè non c’è cosa come i soldi che finisca sempre così in fretta. E il 2023 è tremendamente alle porte.