Due Province, con un unico problema. Eppure due colloqui con due comunicati stampa diversi.
Sono le due amministrazioni di Trento e Bolzano. Viaggiano su canali separati alla ricerca della soluzione del problema che genera la convivenza coi grandi carnivori. Intanto il tempo scorre e le predazioni non rallentano.
I pastori sono esasperati
La verità è che l’annunciato Piano Lupo, è ancora sulla carta. Si ha quasi l’impressione che la Provincia navighi a vista. E questo accade nonostante le nostre raccomandazioni, frutto di esperienze ed errori nei 5 anni di governo passato.
Più prevenzione
Lo stanziamento per queste opere è in calo. Eppure andrebbe raddoppiato o meglio triplicato. Andrebbero svolte tante nuove attività: questo perché di soluzioni alternative efficaci, all’orizzonte e in tempi brevi non se ne vedono.
Pensate che l’ipotetico permesso ad abbattere lupi, ammesso e non concesso che arrivi possa risolvere qualcosa? La promessa di abbattimento rimarrà specchietto per allodole. Che votano.
Penso che nella gestione di lupo e orso come in pochi altri campi, la macchina amministrativa della Lega abbia dimostrato la sua scarsa capacità operativa. Del resto, dopo anni di gazebo e di proteste, è finita al governo spinta, da un lato dai fasti salviniani a livello nazionale, dall’altro da una transitoria debolezza del centrosinistra.
Nel frattempo, a farne le spese sono stati gli allevatori. Hanno visto trascorrere questi 3 anni senza un nulla di fatto costantemente alle prese con continue predazioni.
E anche se, al fumo delle candele di questa legislatura, arrivasse il permesso di uccidere un lupo, si tratterà di un semplice spot alla Vasco Rossi, senza alcuna utilità pratica.
Solo un’assistenza metodica perseverante potrà davvero aiutare gli allevatori. Solo maggiori e ben più fantasiosi interventi per prevenzione attiva, potranno dare un po’ di sollievo ai pastori ormai esasperati. Perché sarà difficile se non impossibile pensare che da Bruxelles o da Roma arrivino rallentamenti alla direttiva Habitat o al DL 357.
La pace che c’era nei nostri boschi ante anni 2000 rimarrà sempre più un lontano ricordo. E chi nega, chiedendo di aspettare altro, mente.