Alberghi in crisi, Provincia in crisi, sistemi in crisi? Ricette post pandemia ed altre considerazioni.

Da Michele Dallapiccola

Quanto valgono oggi sul mercato 150 alberghi? 25 milioni di € secondo la Provincia. Che calcolatrice alla mano fa 160mila € circa cadauno.

Perché questi numeri? Beh, derivano dal montante finora annunciato dalla Provincia, del “Fondo salva alberghi”. Ripeto, di media, 160mila € a struttura. Vi sembra poco? Potreste avere ragione. Allora immaginiamo il doppio, il triplo, allora si determinerebbero cifre assolutamente fuori scala per le attuali casse provinciali. Senza contare la norma sugli aiuti di Stato. Ammorbidita transitoriamente durante la pandemia, non lascerà briglia lunga e per tanto tempo ancora alla politica particolarmente generosa.

 

 

Anche gli esperti considerano tardivo questo provvedimento


Mica li dobbiamo comprare tutti.

Vero! E chi sceglie allora? E rilancio, perché comprare solo alberghi? Perché non aziende zootecniche in crisi visto che anche il numero degli allevatori è in calo? E che cosa dovrebbero dire gli artigiani o la piccola industria? Come possiamo immaginare, se il fine della politica sana è quello di perseguire equità e giustizia, allora pensare di far metter mano al portafoglio soltanto alla Provincia è una cosa che non va bene. E questa considerazione trova tutto il mio modestissimo appoggio. Assomiglierebbe ad una forma di statalizzazione delle imprese. La pensò qualche regime in giro per il mondo qualche anno fa ma non andò molto bene, avete presente?

 

Eppure, ora, questa maggioranza leghista in perenne fame da consensi, col portafoglio vuoto, ma con lo slancio del dir sempre di sì, si avventura nella più bieca delle proposte: “Compriamo noi gli alberghi ed affittiamoli ai poveri proprietari in difficoltà!”

 

Alle imprese in difficoltà vanno tutto l’affetto e la solidarietà possibili.

Sono famiglie ferite, persone che hanno dato, investendo tutto della propria vita. E nonostante questo, le cose a loro sono andate male. Molto male. Ma allora mi chiedo: perchè infierire, perchè illudere queste persone? Non ne usciremo mai se la politica prende il posto delle leggi di mercato, se tenta coi suoi miseri mezzi (e sopra abbiamo dimostrato perché) di intervenire. 

 

Possibili vie d’uscita.

Sembrerebbe sostanziale attivare una triplice convergenza di intenti, tra politica, sistema bancario e imprese private. Che cosa possa fare la politica lo abbiamo visto. Ma cosa sono disposti a fare gli altri due attori? Veniamo da anni di fortissima crescita del turismo. E, crisi sanitaria pandemica a parte, il problema non è nuovo. Anzi, piuttosto cronicizzato. I numeri di oggi, sono quelli che sentivo raccontare da Confcommercio già nel 2014, all’inizio del mio mandato di assessore al turismo. Che ha accompagnato il sistema dell’accoglienza trentina a passare da 5 a 6 milioni di arrivi turistici all’anno.

 

Il ruolo dell’ente pubblico.

Ritengo, che tra i tanti ci sia anche quello di mettere le imprese nelle migliori condizioni di operatività.

Promuovere dunque una terra dove sia bello vivere, dove il sistema pubblico funziona. Quindi promo e marketing turistico, certo, ma anche mobilità, sanità, rete dei prodotti turistici. E soprattutto: infrastrutture.

 

Come programmammo ed attuammo noi nel Primiero, ad esempio. Individuammo un settore strategico che potesse trainare le imprese turistiche: gli impianti di risalita ad uso invernale, estivo e di mobilità alternativa. Convocammo banche ed imprese private e insieme a loro, la Provincia fece la sua parte. I debiti vennero portati a livelli sopportabili. Poi partì un piano di investimenti importante fatto di step. Ogni anno un pezzo in più, con la convinzione che questo avrebbe sostenuto il sistema delle imprese; alberghi in difficoltà compresi. 

 

Davanti ad uno sviluppo complessivo dell’area, anche sulle singole strutture si sarebbe potuto intervenire con lo stesso metodo in tempi successivi. Con il triplice approccio. Ente pubblico, Banca, impegno del privato. 

 

Ma son storie morte nel 2018 perché poi, al governo è arrivata la lega. Anche nel Primiero.