Parliamo di una proposta di legge (ddl 115) che la Giunta ha portato in commissione con la richiesta d’esame in procedura d’urgenza. Cosa c’è di così disperato da dover ricorrere agli stessi strumenti usati per i provvedimenti anti crisi?
Si chiede che il Consorzio trentino di Bonifica possa gestire servizi sostanzialmente per gli unici clienti possibili, i consorzi di miglioramento fondiario del Trentino, Che di fatto un ente erogatore di servizi già ce l’hanno: è la loro cooperativa e si chiama Federazione dei CMF del Trentino, giustappunto.
Semplificando, la giunta legifera per mettere in concorrenza la Federazione dei consorzi irrigui e il consorzio trentino di bonifica per l’erogazione di servizi a terzi.
Siamo alle solite, assistiamo alla ricerca di posizioni radicali e divisive pur di captare consenso stretto ma elettoralmente sicuro anziché agire secondo un approccio amministrativo più morbido. Vanno tenute in conto di esigenze ed istanze di tutti.
La politica che divide
Che la politica intenda permettere ad ulteriori soggetti pubblici del settore la possibilità di erogare servizi ci può stare. Specie se il principio della concorrenza è sentito come un valore.
La preoccupazione è che questa concorrenza non crei doppioni o inutili atti di marketing tra enti. Non porterebbero a nessun beneficio soprattutto per l’utente finale che è l’agricoltore consorziato. Che alla fine paga tutto.
Stiamo infatti ragionando dentro ad un quadro di risorse pubbliche e non certo di logiche aziendali private.
Abbiamo proposto uno specifico emendamento. Qualora vi sia sovrapposizione di competenza, la gestione della richiesta di assistenza deve avvenire d’intesa tra i due Consorzi Provinciali.
La lega ovviamente rifiuta, si impunta, si assumerà la responsabilità politica di questa scelta.
Il principio dietro a questa richiesta è mirato. La realtà federativa ha un forte radicamento territoriale, raduna gli oltre 230 CMF attualmente operanti in Trentino. Il Consorzio trentino di bonifica fa invece riferimento ad associazioni che sono e rispondono a logiche di livello nazionale.
Un rappresentante del Partito Autonomista che si rispetti quale deve essere il PATT per il Trentino, è obbligato rimarcare questo prioritario concetto. Un partito statalista come è la lega al governo del Trentino in questo periodo, si appresta infatti a calpestarlo.