Da qualche mese tiene banco sui media locali la preoccupazione derivante dalla riaccensione del forno annesso al cementificio di Ponte Oliveti nel Comune di Madruzzo.
La questione è estremamente controversa. Chi abita lontano da questa località, della cosa vede prevalentemente gli aspetti positivi. Sono rappresentati dall’opportunità di lavoro e di sviluppo che l’attivazione di un qualsiasi opificio regala al livello provinciale.
Ma proviamo per un attimo a metterci nei panni di chi abita vicino al cementificio. Probabilmente, chiunque cambierebbe la propria opinione. Va tutto bene, ma non nel mio giardino. Gli anglosassoni la definiscono logica NIMBY.
In ogni caso la questione va affrontata con grande senso di responsabilità. Il cementificio inquina e va chiuso, oppure, rifugiarsi dietro al fatto che un’autorizzazione è cosa fatta e non c’è niente da fare, non è ammesso. Sono considerazioni che non possono far parte del vocabolario di un buon amministratore. Per questo sentiamo il bisogno di contribuire al dibattito pubblico con un nostro parere.
La nostra posizione di minoranza ci pone nelle condizioni di esprimerci in maniera diretta e precisa. La nostra attività di opposizione in Consiglio, ci permette di esercitare il nostro compito di controllo attraverso alcune azioni di proposta.
La sintesi di questi pensieri porta a considerazioni analoghe a quelle della deputata Emanuela Rossini apparse sulla stampa in questi giorni.
La domanda sorge spontanea. Ok, l’autorizzazione c’è, e i posti di lavoro sono sacri. Su questo non ci piove. Ma senza dimenticare le due precedenti e fondamentali premesse, qual è la risposta a questi sostanziali quesiti?
- E’ stato fatto tutto il possibile per l’azienda per dotare l’impianto delle migliori tecnologie possibili per catturare le emissioni in atmosfera?
- Esistono migliorie che possono essere adottate al fine di mitigare nel maggior grado umanamente possibile il livello di emissioni in atmosfera da parte del sito produttivo?
Siamo convinti che la qualità di vita e dell’ambiente trentino passano anche attraverso la risposta positiva ai due importanti quesiti posti sopra.
Tuttavia, poiché il compito di un politico non può esaurirsi in un semplice atto di protesta, una precisazione va fatta.
Sarà nostra intenzione proseguire collaborando con tutti quelli che lotteranno per ottenere le migliorie auspicate sopra.
Dentro al quadro dei diritti di chi lavora e produce, la politica deve assumerne la posizione di saggio mediatore. Soprattutto ora.
L‘impressione di questo momento infatti, è che purtroppo questo governo provinciale si sta comportando da illustre assente.