Si respira davvero sulla montagna innevata del Lagorai.
Esattamente come consiglia il famoso claim dell’azienda di promozione del Trentino.
Allora vien da pensare che un altro turismo è possibile. Oltre allo sci, oltre alla sacrosanta vacanza sulla neve è possibile vivere momenti di svago fuori dai circuiti dei grandi flussi di persone.
È pur vero che questo tipo di turismo movimenta masse ed economia limitate. Può però diventare un passaggio fondamentale.
Il Trentino turistico del domani ha bisogno di sostenibilità.
Ha bisogno di costruire la valorizzazione di un territorio che deve essere per sempre e per tutti. Per fare questo, va curata l’infrastrutturazione, leggera, la segnaletica, la promozione digitale. E poi andrebbe sostenuta la piccola impresa. Quella dei bistrò, dei piccoli punti di ristoro delle micro aziende turistiche ed agricole. Esattamente come potrebbe fare un Patto territoriale in Valsugana, dirtottando lì i 60 milioni di euro attualmente vicolati allo scempio ambientale che è il previsto raddoppio della statale della SS47 a Ospedaletto.
Ma si sa, la larghezza di vedute di questa giunta rispetto ad un turismo montano ulteriore ed aggiuntivo a quello delle piste&funi, è una cosa lontana da venire.