L’apprendere dai media dell’erogazione di contributi pubblici assai sovente nel cittadino medio suscita poca comprensione o peggio disagio ed invidia
“Cosa farei con 70 milioni di euro”, è la prima domanda che salta in mente. Mi riferisco ai ristori annunciati oggi a mezzo stampa messi a disposizione dallo Stato per il sistema impiantistico sciistico del Trentino. Ebbene, nessuno leggendo le cifre, si ferma a pensare cosa farebbe non tanto con un regalo da 70 milioni€ ma piuttosto con 80, 100 o forse più milioni di spesa. L’avvocato della difesa, agli impiantisti non serve. Non ne hanno bisogno e non hanno certo chiesto a me di farlo. Dico soltanto che lo Stato ha pagato, lo ha fatto sulla base di numeri e cifre dedotte da un fatturato e da dei bilanci pregressi in chiaro x tutti. E i fondi sono a disposizione grazie ad una collaborazione tra uno Stato e quella stessa Europa che sono in tanti a disprezzare ma che quando porta cose utili dimenticano facilmente.
Le aperture promesse e i danni provocati
Il punto è che nel 2021 gli impianti sciistici le spese le hanno avute comunque. Ci sono state perché la stagione sembrava poter partire più e più volte. Non solo per le speranze di ognuno ma soprattutto perché qualcuno le aveva alimentate. In ben più di un’occasione. Al contrario che in Alto Adige, dove hanno comunicato le chiusure da subito ad esempio, qui in Trentino ricordiamo tutti molto bene come la giunta fin da questi giorni dello corso anno continuasse a confermare aperture. Gli annunci di “faciloni” hanno indotto molti a pensare che in quanto autorevole la fonte, fosse attendibile il risultato.
La politica degli annunci
Ma è un po’ così, per tutta la giunta; dopo tre anni dovremmo averci fatto l’abitudine. Eppure il nostro carattere di trentini ostinatamente trascinato dai social mantiene ancora un po’ di coscienza critica. Così, quando leggiamo che in Trentino tutto è sano e funziona bene, prima lanciamo qualche gesto scaramantico e poi ci chiediamo se non si possano trovare altre maniere per salvare capra e cavoli.
La memoria corre al Salvini nazionale e alla sua giunta locale, quando un anno fa dallo Chalet Fiat, invitavano tutti in Trentino proprio alla vigilia della pandemia e del lockdown integrale.
Non di meno, la vita social di annunci di questa giunta ci ha abituato a colpi di scena grandi o piccoli, tutti da vedere tutti da dimostrare. L’acquisto di Castel Valer, il concertone di Vasco (a pagamento di tutti i trentini), il problema dei grandi carnivori, le guardie mediche, la sanità tutta. E anche i milioni per asfaltare mezzo trentino dell’annunciato piano strade della PAT. Se si spulcia la delibera che lo vara, molte diciture riguardano solo la progettazione o un’ipotesi di fattibilità. Più della metà delle cose contenute sono ereditate. Comunque non partiranno prima di qualche anno e si cominceranno a pagare nel 2024 fin oltre il 2030. I trentini avrebbero sicuramente preferito maggior realismo e maggior prudenza con affermazioni magari meno roboanti e più attinenti alla realtà. La giunta provinciale ha tutto l’interesse del caso ad addolcire la realtà. Leggerla con occhi diversi fa comunque sempre bene.
A questo link un altro punto di vista.
Questo modo di operare sempre sulla scena mediatica, sempre a suon di scoop che di fatto sono solo una promessa, farà sicuramente piacere ai loro pur moltissimi fan di partito. Se vogliamo leggerla in chiave di kermesse elettorale farà loro sicuramente molto comodo. Certo, fornirà anche molto materiale ai loro avversari politici nella campagna elettorale del prossimo anno. E questo perché al netto dei tanti contributi che comunque vengono dallo stato, l’unica cosa che potrebbe vedere la luce è un concertone del quale si trascineranno noie e polemiche per un gran bel pezzo.