La Valsugana si merita attenzione. Tanta. E questo significa che alla Valle la Provincia qualche finanziamento importante lo deve.
Può trattarsi di un investimento da 60 milioni di € tutti in un adeguamento stradale? Parliamone. Per questo, vista l’apertura al pubblico, con la collega Paola Demagri, abbiamo voluto toccare con mano la qualità della serata di apertura del percorso partecipativo del progetto di allargamento della statale della Valsugana tra Grigno e Castelnuovo.
Probabilmente la scelta di impostare il confronto su presupposti eccessivamente tecnici anziché politici ha pesato. Il dibattito che ne è seguito non è stato infatti molto partecipato. “Abbiamo preso un impegno con gli abitanti della zona”, questa in sintesi sembra essere il significato del discorso del Presidente della Giunta Provinciale. Quasi una sorta di impegno legato a promesse del passato.
Eppure, il recente allargamento della retta di Ospedaletto ha parificato il tracciato locale a quello di molte altre Strade Statali del Trentino. Il gap che questo tratto subiva rispetto ad altri è stato pareggiato. In sala alcuni abitanti prospicienti ai recenti lavori hanno in effetti espresso note di soddisfazione.
Tra i pochi interventi, notevole invece la preoccupazione della proposta di sbocco della Valdastico a Rovereto sud. Il tracciato, si dice, finirebbe per risultare poco appetibile per chi dal nord est italiano vuole raggiungere il Brennero. Continuerebbe a transitare in Valsugana come del resto hanno sempre esternato i nostri timori.
I presupposti politici di un investimento in asfalto. E’ stato davvero valutato tutto?
Ciò che ha più colpito, a mio avviso, sono stati i presupposti politici paventati da questa Giunta come motivazione a realizzare un simile intervento. Per effettuare i controlli sul traffico pesante e la sicurezza stradale, non sono certo necessarie 4 corsie. Basta farli.
La cosa assurda è che questa politica sia arrivata a parlare di valorizzazione del territorio e delle sue pregevoli caratteristiche turistiche ed economiche. Una considerazione suggellata dal bell’intervento del Presidente di Acli Terra locale. “come si fa a dire che si tutela l’ambiente quando si propone il progetto di 22 km asfalto?”. Manca terreno agricolo, attività di bonifica non ne sono state fatte, anzi finora sono state cancellate quelle che erano state precedentemente finanziate.
Un’ultima questione. Si presenta la strada come scelta bell’e fatta. Nessuna motivazione del perché si investono qui i promessi sessanta milioni di€ e non altrove o altrimenti. A questo punto lanciamo una provocazione.
Perché non investire sulle attività economiche e sulle micro imprese locali.
Vi immaginate un nuovo PATTO TERRITORIALE, o un nuovo LEADER dotati di sessanta milioni di €? Quanti giovani, quante nuove attività a sviluppo del lavoro e della zona potrebbero aiutare? Si investa sul lavoro, si aiutino i giovani perché queste frasi non possono essere solo slogan, ci vogliono anche le risorse.
A questo punto però alle varie preoccupazioni se ne aggiunge una ulteriore. Un progetto così grosso, può vedere la fine della legislatura senza che se ne sia fatto nulla. Il Gal invece, era già attiva e si poteva fissare fin da subito. Ad esempio.