Non mi piacciono le frasi fatte. Anche se fin troppo spesso incappo anch’io nel citare proverbi, detti popolari e metafore.
Ma se usarle, come insegna Umberto Eco, non è cosa linguisticamente elegante in questa occasione forse, è opportuno farlo.
La stampa riporta oggi della querelle tra le Aziende di Promozione turistica della Val di Non e della Val di Sole. Sconfina azzardando considerazioni relative alla realizzanda fusione tra i due Ambiti. Leggendo delle considerazioni del presidente solandro di frasi fatte ne sovvengono fin troppe. Se il buongiorno si vede dal mattino, nel corso della giornata vanno colte le occasioni per starsene zitti.
Il mattino delle considerazioni giornalistiche di stamane tratta di pareri dati riguardo ad azioni altrui. Non dovrebbero competere a soggetti che intendono fondersi alla pari ed in buona armonia. Spetterebbero piuttosto alla parte politica. È pur vero che questo presidente un ruolo un po’ politico ce l’ha. In questa veste, mi vien da suggerire, andrebbe tenuto da parte anche nel tentativo di ammorbidire i toni dello scontro. A quelli ci pensa già a sufficienza la giunta Provinciale anche in altri settori. Pensiamo solo alla arcinota questione del “tubone”.
L’occasione di starsene zitti, andrebbe raccolta da chi affronta una fase così delicata dove giudizio ed azione tra enti e persone andrebbe svolta alla pari. Non dimentichiamo che chi si è permesso di giudicare l’opportunità di assunzioni di personale, nella scorsa legislatura è stato al centro di imbarazzanti polemiche pubbliche.
Alla fine, l’ultima frase fatta che cito è che non tutto il male vien per nuocere. Questa sorta di lamentela solandra mascherata, in fondo, penso abbia reso un servizio alla Val di Non. Le ha offerto la possibilità di chiedersi se ha davvero voglia di finir governata (e giudicata) dall’esterno.
L’esempio di alternativa c’è.
L’orgoglio lagarino ha utilizzato le maglie della norma per mantenere una propria indipendenza che ha già dato ottimi risultati. Gli eventi hanno provocato una rinnovata collaborazione tra pubblico e privato. Anche i tempi per opporsi ci sono tutti perché da qui alla fusione, in Consiglio Provinciale, passeranno due momenti legislativi molto utili all’uopo: l’assestamento di luglio e la finanziaria di dicembre
I giochi dunque rimangono tutti aperti e tutti da definire. Spetta alla Val di Non decidere del proprio destino.