La semplicità dell’offerta turistica territoriale, è forse il miglior corollario al concetto che definisce la sostenibilità: per sempre e per tutti.
Eppure, la traduzione pratica di questo abusatissimo termine, pare non trovare luogo negli impegni di questa giunta provinciale. Sembra infatti così improprio questo sostantivo, pronunciato dentro alla presentazione di un pur valido Piano turismo Trentino 2022 2024.
Un Piano che l’assessore, sui propri social, arriva a marchiare col suo nome e cognome, riprodotto a guisa di brand. Oltre al tentare di far proprio un prodotto intellettuale altrui, prova a richiamare l’attenzione sul suo nome utilizzando l’immagine di una freccia. A destra. Con ogni probabilità è forse la parte più genuina del messaggio di questo tentativo di logo. Indica infatti una direzione che, quando è politica, di sostenibile non ha proprio nulla.
Provate infatti ad osservare i progetti amministrativi di questa giunta, immaginando di poterli riprodurre e mantenere per sempre e per tutti?
Il concerto di Vasco Rossi? Quante altre volte potremo portare in Trentino 100mila persone, ancora? Saremo la Provincia dei concertoni? Lo stadio del Ghiaccio di Pinè? Entro quando costruiremo e quanto sapremo sfruttare impianti da 180 milioni di euro? Valdastico a Rovereto Sud e Raddoppio della SS 47. Quanto è sostenibile l’asfalto? Solo dove serve davvero al Trentino.
E poi, promesse di impianti a fune ovunque. E’ sostenibile promettere questo tipo di infrastruttura ad ogni territorio che ne faccia richiesta?
Sul resto del Piano poco altro da dire. Soprattutto perché è un compito svolto bene. Da dieci e lode come da anni avviene in Trentino. Al netto del fatto che i concetti cardine qui espressi sanno assai poco di novità. Ultima nota da segnalare, la proliferazione di livelli decisionali istituzionalizzati che sostituiscono il politico nell’asse di comando. Un tempo avveniva in via diretta tra politica e società di sistema. Non servivano cose complicate per stare bene, nemmeno in amministrazione.