Temevo un taglio animalista ambientalista. C’è stato piuttosto un confronto responsabile ed equilibrato. Un argomento così delicato lo richiedeva.
Il messaggio di fondo si è compreso dal senso (assai articolato) della serata. Sarà difficile aspettarsi soluzioni ai patimenti degli allevatori attraverso drastici provvedimenti amministrativi. Troppe, le spinte contrarie dal livello politico europeo e nazionale.
Ma se rifarsi agli abbattimenti diventa poco probabile, pensare invece di veder moltiplicata l’informazione e la formazione risulta sostanziale. Con l’attesa per un momento in cui le protezioni per greggi e mandrie si possano dire davvero tali, sempre troppo lunga. Penso a supplementi di asset da protezione. Riapri, recinti, protezioni che utilizzino l’high tech. E poi guardiania, a supporto ed aiuto ai pastori. Perchè la politica tergiversa tanto? Questo interrogativo il convegno non l’ha affrontato.
Eppure, a mio avviso, chi ha il compito istituzionale di tutelare il lupo, chi ama il lupo, tutte queste persone non possono pretendere che a far la guardia al lupo ci debba stare il pastore da solo. A lui il compito di custodire le armenti, alle istituzioni quello di badare alla specie lupo.
Tra tutte le frasi forse la più interessante è di Luca Giunti, autore di un recente interessantissimo testo:
“Non possiamo pensare di tutelare il lupo se non riusciamo a spiegare a chi lo ama come si sente il pastore e quali problemi deve gestire a causa della convivenza.”
La strada, insomma, si presenta ancora lunga ed accidentata.