Ci avete fatto caso anche voi come dopo questa pandemia, sia per tutti un po’ più faticoso uscire di casa?
Premetto, assolutamente convinto, che il lockdown per quanto drammatico e costoso per l’economia, sia stato davvero provvidenziale. Ha assunto il ruolo di primo muro alzato verso il coronavirus. Fin quando non è arrivato il vaccino, il distanziamento sociale ha dato una mano a proteggerci.
A quel punto, volenti o nolenti, dal chiuso delle nostre abitazioni, abbiamo scoperto le tele riunioni, le call, il telelavoro; che la carta serve sempre meno e che il cellulare è un attrezzo sempre più indispensabile.
Il Covid non c’è dubbio, ha segnato un’era.
Ciò che accadeva prima non è la stessa cosa di ciò che accadrà, d’ora in poi: nel dopo. Le conseguenze articolate di questa pandemia oscillano con un riverbero continuo anche sull’economia. Fattori che si intersecano con crisi geopolitiche e meteorologiche interplanetarie hanno influito sui prezzi in maniera inaspettata, anche a causa dei sussulti dei consumi provocati dal Covid. Materie prime, carburante, bollette impazzite.
In mezzo a questo multicomposito marasma economico ci siamo noi, con le nostre abitudini. Abbiamo smesso di uscire ed improvvisamente ci siamo accorti che tutto sommato a casa, la sera malaccio non si sta. A quelle delle persone che mancano all’appello, aggiungiamo chi effettivamente ha ancora molta paura del virus.
Una piccola percentuale la aggiungo anche a causa dei novax. In nome di un aberrante mix di credo e fandonie si sono preclusi la possibilità di frequentare la società civile. Ma in fondo, a giudicare dal tenore dei loro discorsi, non se ne sente la mancanza.
Indipendentemente dallo specifico motivo resta il fatto che sono molte le persone che escono meno di casa. Mancano all’appello alle riunioni serali e di giorno, nei bar, nei negozi, nei consumi.
Eppure, sono convinto che quella voglia di vedersi, di frequentarsi tornerà quando il virus se ne sarà definitivamente andato. Ci vorranno ancora almeno un paio di stagioni. Senza riuscire comunque a spazzar via la tristezza lasciata dalle persone che si è portato via da noi.
Ci consegnerà però una sola vera consapevolezza: quella della fragilità dell’essere umano e del fatto che questo è ben lontano dal possedere il dominio sulla natura.
L’invincibile uomo occidentale capitalista e antropocentrico, questo insegnamento è forse davvero l’unica cosa buona che si è portato via da questa tragedia planetaria. Speriamo finita.