Ci saremmo aspettati di veder dedicato qualcosa di più al nostro Trentino.
Dopo i sacrifici provocati dalla Spending Review degli anni ‘10 avremmo potuto recuperare il gap rispetto ad una storia di florida finanza provinciale. Questo, grazie alla più grossa opportunità che l’Europa abbia mai dato agli Stati membri. I 230 miliardi tradotti da Bruxelles nel Piano Nazionale Resilienza e Resistenza in quota parte avrebbero potuto offrire un grande slancio anche alla nostra provincia.
Sulla base di un presupposto errato promosso dalla lega in fase di presentazione, lo scorso anno si era parlato di 2 miliardi a disposizione della nostra Provincia. Non è mai stato così.
Innanzitutto da parte della giunta provinciale c’è stata troppa leggerezza nel considerare il montante complessivo sul quale si effettuava il riparto.
In secondo ordine va considerato che l’investimento principale non sembra intercettato quanto piuttosto calato dall’alto.
Prendere o lasciare
Lo Stato chiedeva opere cantierabili e con ogni probabilità è questo il motivo a causa del quale quasi un miliardo di € è finito sotto terra.
Il bypass di Trento aveva il qualificante merito di essere già progettato. E la sfortuna di dover partire subito. Questo ha provocato che tutta la parte di condivisione del progetto con la popolazione ha dovuto subire un’accelerazione improvvisa. E’ un fatto che non ha certo fatto bene all’accettazione sociale dell’opera.
Quanto al resto dei finanziamenti, preoccupa la possibile teorica ingerenza della giunta provinciale. Qualche sindaco lo ha già segnalato. C’è il timore che la politica dei partiti si possa sostituire ad un normale e sano compito di indirizzo e di riequilibrio delle risorse.
Criticavano la magnadora di Grisenti, ora che sono al potere, (per altro col suo aiuto) finiranno per ricreare lo stesso tipo di ingiustizie?