Dell’analogia col titolo del noto film commedia della Disney di qualche anno fa, c’è solo il senso metaforico.
Nel racconto, la pellicola raccontava un potenziale dramma che aveva un lieto fine ma il taglio era divertente. Il Trentino che si occupa di agricoltura vive solo la parte drammatica e di allegro non ha proprio niente da vedere.
Stiamo parlando dell’organizzazione del Servizio Provinciale Agricoltura. Dagli uffici di via Trener, rispettando probabili ordini assessorili superiori, non trapela nulla. Ma basta sentire il parere di un qualsiasi utente abituale delle Torri, per percepire come palpabile il disagio. È lo stato d’animo che si prova nel vedere un glorioso Servizio quale fu quello all’Agricoltura dei vari Pallaoro, Fezzi e successori, ridotto sempre più al lumicino.
Pare che i disagi siano legati ad una serie progressiva di noie – si badi bene – non certo cadute dal cielo come sono stati il vento di Vaia o la pandemia.
La lega è al governo ormai da quasi 4 anni. Il ritmo dei pensionamenti e la necessità di relativo turnover erano fatti più che noti fin da subito. Come lo era la scarsa disponibilità di risorse umane e la necessaria risposta di reintegro delle carenze di organico.
Tra pochi giorni ad esempio, prenderà riposo lavorativo definitivo la figura al vertice del Servizio. Ebbene, con 12 direttori a disposizione, la Provincia è arrivata ad indire un concorso aperto a figure esterne. C’è il serio rischio che questo Servizio così tecnico ed articolato venga preso in carico da una figura tutta da formare. A tempo determinato, come dice il concorso.
Si consideri che nel frattempo “le Torri” sono state travolte da un carico di lavoro straordinario mai visto prima. Sulla spinta di uno sconclusionatissimo indirizzo politico pare che siano ben 11 i bandi aperti in questo momento. In un periodo dove la loro gestione è estremamente tortuosa ed articolata.
Questo è accaduto a causa del malsano intento politico di accontentare chiunque con un bando pubblico tailor-made (cucito ad arte). Così, si rischia di dimenticare il grande orizzonte davvero mai compreso dal Trentino agricolo.
Parliamo di un settore chiave per la cultura e la gestione del paesaggio oltre che delle nostre tavole. Parliamo di una Provincia che potrebbe valorizzare i propri progressi in questo campo anche dal punto di vista turistico. Invece, si naviga a vista, con provvedimenti on-demand con la legislatura che ormai volge verso il proprio termine.
E ancora una volta, rimane senza risposta la domanda mai venuta davvero a galla; quali sono gli obiettivi della lega al governo del Trentino per il settore primario del 2030 e del 2050?