Per chi alleva vacche o capre in Trentino la notizia è di quelle scioccanti. Di quelle che provocano un senso di scoramento misto a disagio.
Il vicino Sudtirol, nella giornata di venerdì, ha annunciato che interverrà in forma straordinaria con un sostegno finanziario rivolto al delicatissimo settore latte. La produzione lattiero casearia, specie di montagna, da sempre fluttua tra periodi più o meno fortunati. Purtroppo, in quest’ultimo periodo si trova infatti particolarmente in crisi .
Oltre all’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime che coinvolge le imprese in termini trasversali, l’agricoltura è quella che meno ha potuto giovare gli interventi di ristoro. Ci riferiamo ovviamente a quelli messi in piedi dal governo a causa del covid. Eppure la chiusura dei bar, ad esempio, ha provocato uno stallo dell’utilizzo del latte fresco per la preparazione di colazioni e cappuccini. Anche il rallentamento dei consumi in ambito turistico non ha certo provocato acuti positivi nei bilanci delle scorse stagioni.
Una catastrofe annunciata
Non serviva essere veggenti per capire che col passare del tempo la situazione avrebbe assunto toni sempre più drammatici. Per questo motivo, specialmente con la collega Paola Demagri, è ormai almeno un paio d’anni che spingiamo la giunta ad intervenire in maniera strutturale. Il settore lo richiede a causa della sua delicatezza – lo ripetiamo – cristallina.
A QUESTO LINK solo l’ultimo dei tanti nostri provvedimenti. Si tratta di un Ordine del giorno alla Finanziaria del dicembre ultimo scorso.
Ma basta digitare il termine lattiero-caseario nella funzione “cerca” di questo blog per vedere quanto a cuore ci fosse questo comparto e quanto poco per non dire nulla sia invece stato messo in campo da parte di questa giunta provinciale.
Una caparbia indisponibilità a prendere in considerazione qualsiasi suggerimento al di fuori di quanto preso in considerazione della giunta ha provocato una fortissima disparità con il Sudtirol. QUI IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO che certifica la sua forte capacità di reazione politica.
La zootecnia Trentina avrebbe bisogno di un piano Marshall di sostegno da attuare in tempi ultra rapidi. Da qualche anno ormai le nuove generazioni pur presenti faticano a compensare l’emorragia di partite IVA di aziende zootecniche. Chiudono a causa di motivi essenzialmente legati alla senilità dei gestori. È pur vero che nelle problematiche così ampie le colpe vanno condivise col passato ma 4 anni di assoluta inattività sul podio delle responsabilità acquistano di certo il gradino più alto.
Questi sono i giorni in cui la Federazione Provinciale Allevatori offre alla Comunità trentina la Festa di Primavera (foto di copertina). Dalla Giunta, (che devo dire di aver visto girare tra gli stand con una certa faccia tosta) quest’anno gli allevatori trentini rispetto ai cugini altoatesini riceveranno la “sorpresa” di primavera: il nulla!