Gestire la convivenza orso-uomo può assumere toni drammatici. Alla precedente amministrazione provinciale è capitato proprio così.
La sentenza di assoluzione del past-president e del Dirigente del Servizio faunistico della PAT sancisce dei principi. Per questo è stata un autentico sollievo
Pur sapendo che l’amore per gli animali (anche per quelli potenzialmente pericolosi) spacca l’opinione pubblica. Soprattutto diversamente da chi, lavoratore o frequentatore della montagna, con l’orso e con il lupo deve purtroppo invece conviverci.
E per quanto possa rammaricare, KJ2 era un’orsa di quelle “complicate”: un’orsa pericolosa per l’uomo. Il buon senso ha stabilito che la sua captivazione sarebbe corrisposta ad un suo grave maltrattamento.
E’ notorio infatti che gli animali selvatici ridotti a cattività vanno incontro a psicosi, alterazioni del comportamento, obesità, autolesionismo, pica e altre terrificanti condizioni. A quel punto chi si occupa della detenzione è costretto ad intervenire con artifizi farmacologici e chirurgici (castrazione). Come è accaduto – papale papale – nel caso di M49. Anzi, non solo a questo. Per l’orso evasore si è dovuto ricorrere a un recinto straordinario, dal costo straordinario, dall’aspetto straordinario. Sembra quello (avete presente?) del triceratopo nel film Jurassic Park.
E’ questo il coraggio della lega?
Dai gazebo e dalle feste ai banchetti a base di carne di orso siamo arrivati qui. Questa triste Provincia punta a scrivere lettere, ad incolpare il governo romano e a scaricare la responsabilità. Raccontata solo quando interpellata. Avete notato a tal proposito il silenzio stampa sui social dei vari membri di maggioranza su questo argomento?
Eppure orsi e lupi predano ancora come prima e più di prima.
Eppure, dalla precedente giunta gli strumenti per intervenire li aveva ereditati e tutti.
Eppure il PACOBACE fu aggiornato già nel 2014. Venne prevista la rimozione cruenta proprio per evitare inutili sofferenze agli animali pericolosi per l’uomo.
Questa Provincia ha pure ereditato un sistema di prevenzione e informazione finanziato come mai è stato fatto dopo.
Ha ereditato un modernissimo collare high tech in avanzata fase di studio, messo nel cassetto mai portato avanti. Ha trovato in dotazione una legge (la n°9/’18) intorno alla quale provare a costruire un vero Piano di gestione. Con un punto di partenza nazionale. Nella scorsa legisaluta, il Trentino aveva partecipato infatti anche alla predisposizione di un paio di proposte di Piano gestione lupo in Commissione Politiche Agricole nazionale. Abortiti e mai ricostruiti con la stessa modalità. E che rimangono l’unica percorribile.
Oggi siamo al punto di partenza.
Non siamo all’anno zero. I Servizi forestali e la parte amministrativa tamponano le esigenze e i danni con quello che hanno e con la loro esperienza. Ma a fronte di una politica che nicchia, il numero di grandi carnivori è letteralmente esploso. Più di 200 tra orsi e lupi e un nulla di innovativo sul fronte della loro gestione. Nonostante eredità esperienziale amministrativa e suggerimenti da parte nostra non siano mai mancati.
Ora chiedo: con che credibilità può affidarci una gestione delle due specie uno Stato fortemente ambientalista animalista?
Che tipo di azioni di compensazione può raccontare di aver fatto o esser disposta a fare questa Provincia? Solo così si potrà ottenere in cambio la possibilità di controllare il numero di qualche esemplare eccessivamente dannoso o, peggio, pericoloso.
Ormai, temo che la legislatura finirà con un nulla di nuovo sotto il sole. Speriamo intanto che almeno non si faccia male nessuno.