Ci sono voluti otto anni perché si ripetesse. E’ la distanza temporale che ha impiegato la rappresentanza dei sindaci ad incontrare il consiglio provinciale.
E’ successo ieri. Piatto forte del momento, chiederete voi, la riforma delle comunità di valle? Ebbene, no! Serpeggiava una diffusa prudenza negli interventi dei Sindaci. In alcuni se ne riconosceva il registro della moderazione e dell’esperienza, in altri sembrava quasi una forzatura, il dover intervenire. Hanno parlato di argomenti molto interessanti, certo, ma la maggior parte ha solo sorvolato la spinosa questione.
Del resto, pur facendo fatica a capire la destra trentina, è altrettanto facile comprenderne le ragioni. Questa maggioranza infatti, viene da un passato di profonda contrarietà ideologica verso alcuni argomenti chiave. Cito tra tutti l’orso e il lupo. Per questi, siamo passati dall’invocare il piombo e le grigliate al promuovere delle serate in giro per il Trentino dove si predicano pazienza e necessita di convivenza.
A questa capriola politica se ne sono aggiunte altre. Assai significativa, quella delle Comunità di Valle. I sit-in leghisti in epoca di opposizione si sprecavano. Invocavano l’immediata chiusura dell’Ente intermedio. ora che sono al governo si sono accorti dell’importanza e del ruolo delle comunità di valle. Non le vogliono abolire più! Una riformetta e via!
Peccato che nella semplificazione estrema si sia combinato qualche pasticcio. Con evidenti problemi di tenuta politica, inizialmente la lega tentava di procrastinare tutto a fine mandato. La pressione sulla Provincia però è stata pazzesca.
Chi amministra da Commissario in Comunità oggi, si trova in condizione di continua assunzione di responsabilità fuori sacco e fuori scala. Così in fretta furia si è “messo insieme qualcosa”. La corsa è cattiva consigliera e ha lasciato parecchi buchi nel sistema proposto. Non tedierei il lettore nell’elencazione puntuale delle questioni. Dico solo che quella di ieri poteva essere un’ulteriore occasione di confronto rispetto a quella avvenuta in Commissione. Infatti, i Sindaci dei 3 Comuni più popolosi della Provincia non le hanno mandate a dire. Sul resto, il quadro della discussione è rimasto piuttosto piatto.
Infine il discorso di risposta della giunta. Imbarazzante per brevità, quello del Presidente.; da illusionista quello dell’assessore competente. Pretendeva concentrazione sulla questione pur importantissima della modalità di riparto delle risorse dedicate ai Comuni. Insistendo. Con una mano mostrava l’oggetto (imposto) dalla discussione con l’altra nascondeva il vero oggetto del contendere: la riforma delle Comunità.
Dal partito del cambiamento i sindaci trentini hanno il diritto di pretendere qualcosa di più.