Che ad attendere i pastori in malga anche quest’anno fossero sempre più numerosi branchi di lupi è cosa che i pastori avevano messo in conto da un pezzo. La ferocia degli attacchi di questi giorni però non era cosa assolutamente prevista.
Il fatto drammatico che ci viene segnalato in queste ore riguarda una predazione a carico di un piccolo gregge di pecore. Sono circa 500 i capi che in queste ore stanno transitando dal Passo 5 Croci in cima alla Val Campelle e che hanno dovuto subire un pesante sacrificio.
A più riprese sono ormai circa una trentina i capi sbranati in questi giorni. Con ogni probabilità si tratta dello stesso branco di lupi che ormai dall’inizio della settimana sta circondando il gregge. Alla sua custodia non vigliano persone sprovvedute. Il conduttore è una persona coraggiosa dotata di recinti e che aveva portato con sé anche una coppia di cani maremmani. Dico “aveva” perché c’è un fatto atroce da segnalare.
Nella predazione di questa notte il branco ha ucciso anche uno dei due maremmani che erano a guardiania del gregge insieme ad altri cani..
Il grido di dolore lanciato dai ragazzi proprietari delle pecore si unisce a quello degli altri pastori del Trentino. In questa zona ne trova una ragione in più. Sono infatti ben 5 i greggi che nel raggio di pochi chilometri stanno vivendo l’attacco massivo di questi – uno o due – branchi di lupi. I Servizi Forestali sono sicuramente avvisati ma l’informazione che passa sugli utenti è che loro abbiano le mani legate.
E’ sostanzialmente questo il motivo che di risulta porta subito ad interrogare la politica. Che da anni risponde ormai con la stessa cantilena: dobbiamo aspettare Roma.
Invece, quest’anno si sarebbero potuti accogliere i pastori con qualche novità. Mentre aspettiamo il Piano lupo nazionale, si sarebbero potuti attivare dei ripari fissi e creare le condizioni affinché la guardiania basata sul volontariato potesse avere qui una collocazione decorosa. Quest’attività di volontariato, già presente in altre regioni, coadiuva i pastori grazie ad una preparazione necessaria per attivare le azioni di guardiania e di gestione dei lupi accanto ai nostri pastori.
La cantilena che il Ministro a Roma è avvisato, che si sta facendo tutto il possibile, non basta più. Ciò è reso evidente dal fatto che i risultati pratici e concreti sono pari a zero.
Qui oggi pubblico malvolentieri foto spaventose. Lo faccio però perchè è giusto che le persone che leggono vedano le scene che al mattino ormai quotidianamente, si prospettano i nostri pastori.
I recinti e i cani non bastano più. Quel supplemento di guardiania, per imitare quello che è stato fatto in Lombardia o in Piemonte è ormai ineludibile. I pastori hanno il diritto di occuparsi delle proprie greggi. E’ compito delle amministrazioni coadiuvare nella custodia del bestiame, sono convinto, in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo.
Invece, adesso, la lega ha deciso di insabbiare tutto. La tecnica di non comunicare, di non parlare più dell’esistenza del lupo nella speranza che l’accettazione sociale finisca per accogliere la sua presenza, è una mera illusione.
E’ questo allora è il senso di questi momenti di denuncia. Raccontano di persone come quelle che vi stanno parlando ora e che non possono tacere.
Da forza di opposizione la lega si era specializzata in raccolta firme, conferenze stampa e sit-in sotto un gazebo sul posto. Ora che è al governo è salita sui palchi delle manifestazioni di protesta organizzate dal sindacato agricolo di turno. Tutte cose che non servono un fico secco se non vengono accompagnate da azioni concrete in tempo breve.
So che è molto duro quello che sto dicendo, ma ciò che (non) sta facendo l’amministrazione provinciale oggi è davvero troppo, troppo poco.