Che il sistema di finanziamento delle aziende di promozione turistica – APT – abbisognasse di un adeguamento alla normativa europea era un dato di fatto conosciuto già da qualche anno.
Una volta al governo della provincia la lega però ha deciso di andare oltre. Grazie al suo intervento, alcune suggestioni, annoso sogno nel cassetto di un’associazione di categoria, sono divenute realtà. Eppure, la rivisitazione dei confini delle varie Aziende-promo-turistica, non era certo tra le priorità segnalate da parte degli operatori locali. E la veridicità di ciò che sto dicendo trova ragion d’essere nel fatto che sono stati diversi i territori che si sono rifiutati di adeguarsi. Le imposizioni di regole e confini sembravano studiati a tavolino anziché in loco.
I fatti di recente cronaca amministrativa raccontano poi che alcuni territori minori – quelli che più avrebbero dovuto giovare dello stimolo derivante da nuovi diversi collegamenti territoriali, non hanno assolutamente ricevuto l’adeguato impulso. Per essere chiari, di aspetti migliorativi non ce ne sono stati. Anzi, qualche singolo caso di impresa turistica avrebbe già assunto pieghe finanziarie più che drammatiche. In alcune zone in particolare.
I nervi scoperti di una riforma più imposta che condivisa
Da un un lato, gli albergatori del pinetano stanno attendendo uno stadio milionario che dovrebbe risolvere tutti i problemi turistici dell’Altopiano. Arriverà così tardi (se mai arriverà);rispetto alle gravi difficoltà di alcuni operatori di oggi che nel parallelo religioso, per loro, sembra quasi prospettarsi come attesa di un premio più grande nell’aldilà.
Altrove è andata pure peggio. Erano in molti ad attendere i grandi investimenti dall’Alto Garda nelle zone viciniore, con eufemismo definite armonizzate. A ben vedere con Comano, si è trattato in realtà di una vera e propria fagocitosi. Avrebbe dovuto portare un implemento di presenze ed attività legate al prodotto turistico. Invece la meravigliosa zona nel cuore agricolo e termale del Trentino, boccheggia in uno stato che, più che asfittico, sembra già pre agonico
A parziale giustificazione di una colpevolissima politica si può considerare che due tra gli strumenti più potenti che dovevano servire proprio a livellare differenze di risposta dei vari territori non sono ancora partiti. Di chi sia la colpa non è dato sapere ma intanto la Guest Platform, un potentissimo strumento digitale così misterioso è ancora così lontano dalla realtà che starebbe meglio rinominato col nome di “Ghost” Platform.
D’altro canto, inquieta l’aleatorietà delle nuove istituzioni: le ATA. Le associazioni territoriali d’ambito, su grande pubblico ed utenza finale, hanno manifestato la più totale evanescenza. Probabilmente a causa di un’operatività incompresa e una dotazione finanziaria ancora imprecisata.
A questo punto, la prassi della Provincia è rispondere a queste domande contestando queste mie come illazioni e che in realtà è tutto pronto e operativo. Del resto, sono affermazioni di un consigliere di minoranza, dunque potrebbe starci. Non fosse che chi sta subendo questo governo provinciale è più che consapevole che il racconto di qui sopra non è frutto di fantasia. Si tratta di una vera e propria testimonianza derivante da uno stretto rapporto con alcuni operatori turistici locali. E’ da loro che è arrivato l’incarico di lanciare questo grido di profonda preoccupazione.
Una timida speranza
L’occasione dell’assestamento sarà un test per verificare se questa amministrazione provinciale è ancora in grado di esprimere un barlume di coscienza amministrativa o ha sacrificato tutto il suo sapere al piano mediatico e a quello dell’esibizionismo politico.
Non si tratta insomma di una querelle tra maggioranza e minoranza quanto piuttosto della sopravvivenza di alcune storiche aziende turistiche e alberghiere. Se non si correrà urgentemente ai ripari, tra poco tempo alcune di loro si troveranno costrette a chiudere i battenti.
Altro che riforma epocale, altro che concertone per rilanciare il turismo trentino.