IL TRENTINO ARSO DALLA SETE. E LA POLITICA NON PUÒ STARE A GUARDARE.

Da Michele Dallapiccola

La ricorderemo per un bel pezzo questa anomala estate rovente. E rattrista pensare che questa iperbole climatica quasi senza senso potrebbe pure non rimanere a lungo da sola negli annali della storia. Intanto è la amara realtà di queste settimane. E questo ci basta.

Consultiamo tutti Meteotrentino alla ricerca, in speranza, di qualche evento meteo che interrompa questo flagello.

Oggi, in fondo alla ragionevole serie dei canonici 5 giorni, oltre ai quali ha poco senso fare previsioni, si comincia ad intravedere un po’ di speranza. Anche se sappiamo tutti che quando accade questa inversione di tendenza l’acqua che scende dal cielo è sempre ferale di qualche “problemino”.

Nel frattempo, ancora incendi, paesi senz’acqua, agricoltura in ginocchio e bestiame in sofferenza. Sono situazioni di crisi della cui entità la società, l’economia e la politica dovranno aspettare ad elaborare un conto finale. Di certo, nella cifra finale ci saranno maggiori spese, danni diffusi e minori entrate. C’è da aspettarsi che sarà salata perché questa siccità avrà un riflesso certo anche sul nostro Pil. Quanto, come e perché, saranno le rilevazioni statistiche dei prossimi mesi a definirlo.

Intanto c’è da dire una cosa. Stiamo per affrontare il periodo elettorale nel post anticiclone più caldo che memoria d’uomo ricordi. Saprà la politica farsi carico, nel pieno di questa crisi, di assumere davvero intenti e programmi che ricomprendano azioni a contrasto del cambiamento climatico? Furono prerogativa di certi partiti dalle alterne fortune. Oggi sono pensieri diventati patrimonio dell’umanità.

Oltre alle piogge e alla soluzione della crisi di governo, auguriamoci che questa estate elettorale porti anche un po’ di luce su sensate proposte di politica ambientalista.