In questo periodo di crisi generalizzata, sarebbe ingiusto stilare una graduatoria che possa stabilire a quale settore economico è andata peggio rispetto ad altri.
Cercando di mantenere il focus delle considerazioni essenzialmente in ambito tecnico si possono osservare delle sostanziali differenze tra un comparto e l’altro. Soprattutto se a venir presi in considerazione sono gli effetti della crisi dentro e fuori al sistema nel quale operano le aziende monitorate. E’ questo il motivo che può riservare alla zootecnia il triste primato di osservato speciale tra i settori colpiti.
Si tratta infatti di un insieme di aziende dalla delicatezza cristallina la cui marginalità negli anni si è via via sempre più ristretta.
Non mancano altri problemi di natura sociale quale il forte invecchiamento medio degli imprenditori con conseguente riduzione del numero delle aziende. Con ogni probabilità questo è anche legato al modello di vita che si abbina a chi alleva vacche. Assolutamente fuori paragone a quello di altre professioni. Eppure, nutrite schiere di antropologi e fior di sociologi si sprecano nel raccontare dei custodi del paesaggio. Gli allevatori, secondo tutti, andrebbero premiati in ogni modo e in ogni misura.
Così non è, o almeno non lo è più. Nonostante fosse assolutamente prevedibile l’arrivo di momenti molto difficili. Non a caso, da più di un anno come Gruppo PATT, stimoliamo la giunta provinciale a prendere in considerazione azioni straordinarie di sostegno al settore. Eppure no, caparbio, l’esecutivo provinciale non ha voluto intervenire fin da subito. Assistendo il settore nell’ambito della promozione si sarebbero potuti portare a casa dei risultati da capitalizzare nel momento della crisi. E non si è voluto intervenire nemmeno ad inizio anno, quando le voci cominciavano ad alzarsi anche attraverso i media.
Finalmente arriva oggi un provvedimento annunciato ormai da almeno 3 mesi.
A contarli bene, saranno almeno una decina i comunicati stampa che raccontano dei 4 milioni dedicati all’agricoltura. E anche se osservati attraverso l’ottica di un privato cittadino possono sembrare tanti, va invece preso atto che in ottica di impatto sul settore di tratta di una cifra al limite del risibile. I ristori, di media, si collocheranno intorno ai €100 a capo. E tra scadenze, istruttorie e iter amministrativo complessivo gli allevatori non se li ritroveranno sul conto prima della fine dell’anno.
Dopo la crisi generale, il flagello della siccità
Il problema è che nel frattempo oltre a tutti gli altri incidenti di contesto è arrivata anche la siccità. Che magari per un’impresa industriale o artigianale non è un problema particolarmente grave ma che per la zootecnia è assolutamente devastante. Scene come quelle di questi giorni non si ricordano a memoria d’uomo ed i danni a bestiame e produzione rischiano di essere irreversibili. A QUESTO LINK UNA DELLE TANTE NOTIZIE
Questo anche perché anche se sono finalmente previste precipitazioni in arrivo, i danni al cotico erboso sono irreversibili. Anzi, la poca erba di rispunta che dovesse repentinamente crescere potrebbe risultare ancor più compromissiva della corretta qualità nell’alimentazione del bestiame (chi alleva sa perfettamente a cosa mi riferisco).
Poi per carità, chi investe e fa impresa mette in conto qualsiasi forma di rischio e sono sicuro che i nostri contadini sapranno rialzarsi anche da questo annus horribilis.
Ciò che sconvolge dunque, è la politica ipocrita che pretende di avere ragione e di raccontare se stessa come capace di aver risolto i problemi del sistema. Invece, anziché annunciare bandi come quello visto in questi giorni, dovrebbe soltanto stare zitta e chiedere scusa.
Ecco perché la nostra Provincia dovrebbe attivarsi come parte fortemente interessata dal problema. Abbiamo una componente della Giunta provinciale che ha assunto il ruolo di Coordinatrice della Commissione Protezione Civile della Conferenza delle Regioni. I contatti giusti dovrebbero esserci no? A QUESTO LINK UN SEGNO DI VITA. AMMINISTRATIVA.
Con una mozione ad hoc, con la collega Paola Demagri ci attiveremo per impegnare la Giunta a chiedere lo stato di calamità naturale che si è abbattuto sulla zootecnia e sugli istituti di malga e alpeggio in queste settimane, a causa della drammatica condizione di siccità.