L’horror di Stephen King? Il film ancora più succulento? Direi piuttosto la cruda realtà. A chi piacciono le citazioni, questo paragone richiama immediatamente la scena che potrebbe presentarsi all’Italia il 26 settembre, il giorno dello spoglio. Da non credere!
Sondaggi alla mano, alle elezioni nazionali del prossimo inizio d’autunno, gli italiani, con la complicità di un discreto numero di trentini potrebbero finire per rivotare l’incredibile. Ci sono tutti, eh! C’è chi è andato e tornato dal Papeete, chi è uscito sano e salvo dai processi del bunga bunga, chi da donna, madre, cristiana, la sua italianità, ha voglia di urlarla all’Italia intera!
Ma se tutto ciò non vi fosse bastato, vogliamo ricordare i governi “Berlusconi” che per primi inaugurarono una lunga stagione di danno (finanziario vero) alle casse del Trentino? Furono devastanti i provvedimento legati alla Spending review con un miliardo e mezzo di Euro circa pagati all’Italia in questi anni. Alla faccia dei trentini e del loro infischiatissimo Statuto.
In tutto questo, cosa abbia deciso di fare il Partito Autonomista – a nostro personalissimo avviso – è piuttosto sorprendente. La sintesi di queste ore potrebbe essere più o meno questa: a tutti gli effetti, chiude a qualsiasi forma di collaborazione con i centro-democratici nazionali e locali. “Salvo ripensamenti dell’ultimo minuto”, come annuncia a mezzo Stampa attraverso i suoi rappresentanti.
Ma per sapere a cosa ci riferiamo, dobbiamo descrivere un flashback tornando indietro di tre giorni. Giovedì scorso infatti in una caldissima sera di luglio, il Partito Autonomista ha approvato all’unanimità una risoluzione che lo porterà ad aderire alla corsa verso il Parlamento dell’SVP. L’intento dei cugini oltre Salorno è quello di portare a Roma sei loro parlamentari. Tre alla camera e tre al Senato. Questa condizione pare presentarsi come facile o assai probabile in tutti i loro seggi anche solo in virtù dei loro voti provinciali.
Per questo motivo nell’ambito dell’accordo regionale, i voti che i trentini tributeranno al palmares elettorale dell’SVP poco o nulla aggiungeranno ai loro risultati.
Si poteva fare diversamente?
Mantenendo buoni rapporti coi cugini altoatesini, che meritano tutta la nostra stima, aiuto e rispetto, si sarebbero potute organizzare delle forme di collaborazione con altri partiti anche nazionali. Coinvolgendoli per ripartire i seggi disponibili tra noi, loro e il centrosinistra nazionale. Questo tipo di compagine politica infatti, mai fu responsabile di azioni deleterie nel confronti dell’autonomia. Al contrario della destra, come ho avuto modo di raccontare sopra nell’introduzione a questo breve ragionamento politico.
Ecco allora che un accordo, ripeto, in una via tutta trentina guidata dagli autonomisti tra SVP, partiti nazionali di centro e democratici, avrebbe potuto giocarsi una chance in più di vincere su qualche collegio anche in Trentino. Come invece, siamo convinti accadrà in tutto il Sudtirol.
L’effetto, sperato e cercato sarebbe stato quello di avere un parlamentare meloniano o salviniano in meno a favore di qualche parlamentare trentino in più. Appartenente sì ad una compagine nazionale, ma di quel tipo di partiti che non hanno mai fatto del male alla nostra Autonomia.
Queste nostre considerazioni arrivano forse fuori tempo massimo. Il Partito al quale sentiamo di appartenere pare aver già deliberato. “salvo ripensamenti dell’ultimo minuto”. Lo ha fatto a sorpresa, in un momento in cui il nostro dovere di Consiglieri Provinciali trattenesse me e la collega Paola Demagri in Consiglio a votare l’assestamento di Bilancio della Provincia.
Se gli organi di partito hanno deciso di assumersi questa responsabilità è evidentemente perché sentivano il diritto ed il dovere di far così. A noi non resta che accettare e dunque per ora lo diciamo qui. In seguito lo riprenderemo anche nelle sedi opportune perchè risponde ad una nostra convinzione supportata da tanti altri simpatizzanti e tesserati per ora esterni al processo decisorio.
Anche noi però avvertiamo un nostro compito. Quali cittadini ma soprattutto come Consiglieri Provinciali abbiamo l’obbligo istituzionale di denunciare le situazioni di pericolo politico amministrativo. E a quel punto, dibattere democraticamente col partito e con la cittadinanza è principio essenziale. Gli Autonomisti, in Trentino, meritano trasparenza al fine di poter maturare consapevolezza. Delle azioni dell’oggi e delle loro conseguenze verso il domani.
Quando per l’Autonomia potrebbe essere troppo tardi. Sempre dal nostro punto di vista.
Paola Demagri e Michele Dallapiccola