Una stima della Banca centrale europea sostiene che il far parte dell’Unione ha aumentato tra il 12 e il 22 per cento del reddito a seconda dello Stato membro. Anche per il nostro Paese l’uscita dall’euro sarebbe un disastro: l’economia andrebbe a rotoli, le finanze pubbliche entrerebbero in crisi, le disuguaglianze aumenterebbero, il sistema bancario andrebbe incontro a fallimenti e disservizi, le nostre imprese perderebbero l’accesso ai mercati europei e molti posti di lavoro sarebbero distrutti.
Si ritornerebbe ad una moneta debole, con calibro pari a zero ed una fortissima riduzione del potere di acquisto. Ci sarebbe un aumento dei prezzi ma non delle merci con relativo sfalsamento dei valori. Si verificherebbe una fuga dei capitali dovuta al momento di instabilità. L’aumento del debito pubblico provocherebbe un aumento della tassazione riducendo i salari e con essi il potere d’acquisto della classe media.
Si uscirebbe dal primo mercato mondiale articolato e connesso a svariate realtà a discapito di tutti i luoghi comuni.
Una libertà solo apparente.
L’Italia, fuori dall’euro e dall’Ue, non dovrebbe più rispettare le regole e i vincoli di bilancio imposti da Bruxelles, quindi niente più patto di Stabilità, né tetto al deficit né obbligo di riduzione del debito pubblico, che al 15 luglio u.s. secondo la Banca d’Italia ammonta a 2.759 miliardi di euro. A questo punto lo Stato sarebbe libero di stampare quante banconote vuole per nutrire il proprio debito. L’effetto immediato, quando circola troppa moneta, sarebbe però l’ulteriore crescita dell’inflazione. Si rischierebbe di arrivare alla doppia cifra come avvenuto negli anni Settanta e Ottanta (nel 1980 superò il 21%), quando il debito pubblico esplose.
Mancherebbero inoltre le risorse del PNRR, e della PAC. In Trentino, niente opere pubbliche, per un valore di 1.300 milioni di € circa. Anche i contadini resterebbero a bocca asciutta. Sul settennio per circa 400 milioni di €. Ad esempio, niente assicurazioni su mele e vino, niente aiuti per la zootecnia.
Qui ho citato solo alcune delle macroscopiche situazioni che ci riguarderebbero da vicino se il film di fantascienza che ho descritto sopra diventasse vero.
Per questo, da autonomisti-europeisti inorridimmo quando Il presidente della PAT, un paio d’anni or sono, partecipò simbolicamente ad una protesta ad Avio dove un privato ammainava la bandiera europea.
Per questo a Trento in piazza Duomo c’è un tizio che raccoglie firme nella (vana per fortuna) speranza di trasformare questo film dell’orrido in realtà. Le idee delle persone sono tante e in democrazia si devono accettare tutte. Anzi, forse no. Qualche limite e qualche giudizio talvolta sono alquanto opportuni.