Non se n’è più sentito parlare. Anzi, quasi non fa più nemmeno notizia. Non per questo l’estate dei pastori trentini è stata meno drammatica di altre. Mi riferisco alla quantità di predazioni subìte.
E poi, sarà forse perché ci faccio particolarmente caso. La scorsa amministrazione provinciale però, doveva fare i conti con uno stuolo di leghisti arrabbiati. Erano una costante presenza alle riunioni divulgative che teneva la Giunta di allora. La consideravano incapace di risolvere il problema. Per questo intervenivano, urlavano sguaiati, incitavano la folla.
Oggi le condizioni dei pastori sono notevolmente peggiorate. Eppure nessun leghista protesta più, anche perché il loro compito oggi sarebbe quello di risolvere qualcosa.
Intanto è finita la legislatura nazionale, sta per finire quella provinciale e l’unica cosa uscita come proposta è stata quella di una onorevole lagarina. Voleva dotare i vigili urbani della pistoletta elettrica! Ogni tanto, fa bene ricordare la competenza di chi ci rappresenta a Roma.
Tra l’altro, ci avrete sicuramente fatto caso anche voi. La lega, oltre al riportare l’informazione al minimo, in questo momento di campagna elettorale per le nazionali, sembra quasi cercare il silenzio stampa. Avete forse sentito qualcuno dei candidati a parlarne?
Non una parola è uscita in queste ore riguardo alla gestione in autonomia dei grandi carnivori. Da nessun partito.
La parte peggiore la interpreta però la giunta provinciale perché siede dalla stessa parte dove candidano onorevoli e senatori uscenti. Hanno ottime chance di sedere per altri cinque anni a Roma. Ma così come per quelli appena trascorsi, ne passeranno altrettanti senza che nessuna delle persone che siedono in Parlamento oggi apra bocca a nome del Trentino.
Sembra quasi che nessuno di loro abbia chiaro e limpido cosa si potrebbe fare per arrivare a poter gestire i lupi in autonomia.
Autonomia. Tutti a proporsi di difenderla senza che nessuno spieghi per farne che cosa, Questo sopra potrebbe essere uno dei tanti esempi.
Per la cronaca dovremmo diventare un fulgido esempio di correttezza di gestione a livello nazionale. Per essere all’avanguardia nelle azioni a tutti i livelli di gestione e convivenza. Solo a quel punto potremmo pretendere di ottenere anche il controllo.Fin quando però, nelle azioni di base, saremo carenti, non vedo il minimo motivo per il quale un ministro dovrebbe dare al Trentino opportunità e fiducia in più. Specialmente se sul fronte della gestione siamo un passo indietro rispetto ad altre regioni a statuto ordinario.