La notizia è di quelle passate un po’ in sordina ma durante questa scorsa settimana in senato si è riformato il Gruppo per le Autonomie. Grazie all’accordo PD-SVP, insieme ai due Senatori altoatesini ci sono entrati anche Luigi Spagnolli e Pietro Patton, neo-eletti nelle file del centrosinistra di Bolzano e Trento.
Potrebbe sembrare poca cosa, ripeto. La notizia è prettamente di cronaca politica e interessa davvero ad un piccolo numero di persone. Inoltre in questa legislatura l’operatività di questo gruppo non potrà risultare roboante. In questa legislatura la differenza di seggi tra maggioranza e minoranza sembra non sia così risicata da rendere determinanti le cinque mani del gruppo coeso. Invece in passato, per approvare o bocciare qualche norma delicata, l’SVP, ha sempre saputo valorizzare l’atletico gesto di braccio, con grande maestria e tattica politica. Tutta a vantaggio della loro terra..
Oggi però, l’accordo PD-SVP assume qui anche colore politico locale. Come è noto nella formazione del governo provinciale, l’SVP ha bisogno di allearsi con una forza che completi l’esecutivo secondo quanto previsto dal loro quadro normativo. In questa Giunta Provinciale bolzanina i due assessori italiani sono stati nominati attingendo tra le file della lega. Tra la soddisfazione di quell’ala dell’SVP che da pochi anni ha sdoganato un dogma fino a qualche anno fa apparentemente invalicabile: allearsi con la destra. Eppure le ferite della destra cattiva, quella che italianizzò con la violenza l’Alto Adige e il Trentino, sono ancora vive. Non è stata casuale la manifestazione che 1500 Schützen hanno tenuto qualche giorno fa per testimoniare questo triste ricordo.
Invece, al Segretario dell’SVP l’alleanza a destra per intenderci, a quanto pare non procurerebbe proprio nessun fastidio. Tutto legittimo, tutto ammissibile ma di sicuro in contrasto con quello che invece ha da sempre dichiarato ed apprezzato la nutrita fetta di partito che fa riferimento al Presidente Kompatscher. Quella verso la quale mi sento più affine anch’io.
A livello locale questo stato di cose costituisce una certa importanza. Perché non è mai stato indifferente per il PATT, tenere conto del con chi si allea il vicino partito autonomista altoatesino.
In questa fase – dove un orientamento sembra essere sempre più preso e preciso – gli autonomisti trentini corrono il rischio di trovarsi di fronte ad un corto circuito. Da una parte sembra sempre più probabile che l’SVP si alleerà col PD anche per le Provinciali dell’autunno venturo. Il PATT invece coltiva un’alleanza con Progetto trentino, bell’e fatta e finita pare anche in ottica 2023 e che afferma che col PD invece non ci vorrà mai andare.
Forse è per questo che ad Achammer, (stimolato o di sua sponte, poco importa), qualche giorno fa si è affrettato pubblicare un comunicato stampa che suonava più o meno così: “raccomando ai cugini autonomisti trentini di tener presente che alle prossime provinciali potranno allearsi con chi meglio credono e secondo quello che ritengono più opportuno.”
C’è un po’ di strabismo in queste visoni, come c’è un po’ di Frankenstein nell’assemblato politico locale. E il ricorso al mito diventa naturale, anche per tentare di capire come potrà proseguire la vicenda.