Eppure gli siamo grati. Per tutto quello che ci ha permesso di fare finora, ma gli indirizzi politici adesso non coincidono più.
Per questo consideriamo inaccettabile che il Segretario provi a spostare l’attenzione su questioni amministrative tra l’altro non veritiere.
Le divergenze sono di natura politica.
Tanto che alle nostre, seguiranno anche altre dimissioni. Perché ciascuno ha diritto di sostenere chi ritiene opportuno ma in un partito serve trasparenza e lealtà affinché ciascuno possa fare le sue scelte. E anche se il PATT non accetta le nostre, noi sappiamo da che parte stare: con chiunque vorrà costruire un’alternativa all’attuale maggioranza di governo.
La lettera che ci è stata notificata ieri sera arriva come un fulmine a ciel sereno. Con la dirigenza di partito era aperto un dialogo politico, di certo dai toni accesi, ma determinato a conoscere gli intendimenti del PATT in ottica Alleanza Provinciali 2023. È un diritto che intendiamo rivendicare come consiglieri provinciali eletti con un mandato chiaramente alternativo all’attuale maggioranza di governo trentino.
Il tipo di risposta contenuta nella lettera consegnatoci è indegna ed inaccettabile. La respingiamo al mittente per tre ordini di motivi: tempo, metodo e contenuti.
Tempo: l’applicazione del regolamento finanziario che vorrebbe sospenderci è scorretta. Arriva nel pieno di una trattativa verbale durante la quale, documentazione alla mano, noi abbiamo già provveduto a saldare ogni forma di contributo volontario al partito. Da tempo chiedevamo un incontro con il segretario al riguardo. Incontro che non c’è mai stato concesso. Non accettiamo contestazioni di natura amministrativa che non ci riguardano. Noi facciamo politica. Invece in questo momento il partito ha deciso di utilizzare un bassissimo espediente (tra l’altro destituito di fondamento visto che il dovuto è stato saldato) per spostare l’attenzione da questioni ben più importanti.
Veniamo al metodo. Sicuramente da parte nostra c’è stata la volontà di alzare i toni del dibattito politico. La scorsa settimana abbiamo provocato la convocazione di un consiglio straordinario del PATT. Lì, insieme a noi, 18 consiglieri hanno voluto formulare la stessa domanda agli organi di partito. E’ possibile costruire un’alternativa all’attuale maggioranza di governo provinciale? Il Presidente del PATT, pur di non affrontare una discussione di così grande importanza, ha proposto di votare l’ammissibilità stessa della domanda. La votazione è finita comunque 18 a 39 e quindi la richiesta di confronto non è stata accolta. La cosa più grave è che anche informalmente si è rifiutato di fornire qualsiasi risposta che vada al di là del nebuloso.
Infine i contenuti. Il partito si è riempito di veti. Mai con Fratelli d’Italia. Ora, forse, sembra nemmeno con la Lega. Prima ancora mai con partiti che stiano a sinistra del PD. Ma nel sancire l’alleanza con Progetto Trentino sposa con ogni evidenza il veto nativo da parte di questa seconda forza politica che afferma mai col PD. Infine mai da soli! Di mai in mai volevamo, pensiamo legittimamente, capire con chi e come e perché. Non ci è stato mai chiarito. Solo per assoluta ipotetica deduzione pare che il famoso progetto territoriale di Marchiori corrisponda al: con tutti quelli che vogliono stare al centro col PATT. Progetto che nasce dunque già con l’elevata probabilità di perdere le elezioni visti gli infiniti mai che continuano a sommarsi. Un risultato che abbiamo già visto ad esempio nel seggio di Rovereto. I voti del PATT sarebbero stati determinanti per scrivere un altro risultato.
Il nostro portato personale ci spinge a pensare che nella prossima tornata elettorale del 2023 la parte politica da sostenere sarà la componente che nelle ultime tornate nazionali ha fatto riferimento all’Alleanza Democratica per l’Autonomia. È lì che noi inseriamo il nostro quadro di valori è lì che noi porteremo il nostro impegno innanzitutto di persone politiche.
Ringraziamo il partito e tutti i tesserati ai quali rimane la nostra più elevata gratitudine e un assoluto rispetto politico. Lo stesso che pretendiamo noi in questo momento di divergenza politica con i prossimi obiettivi in vista delle provinciali 2023.
Noi continueremo a sperare in un ripensamento da parte della base che porti l’assemblea sovrana a decidere di optare secondo quanto da noi auspicato. In tal caso saremmo i primi a chiedere di rientrare nel partito e per questo vogliamo salutare tutti con un ottimistico arrivederci.