Che l’argomento “Grandi carnivori” spacchi in due l’opinione pubblica è un dato di fatto. Saranno in molti a sobbalzare sulla sedia nel leggere il solo titolo di questo breve pensiero o mentre si dedicheranno alla lettura di questo (LINK) articolo de Il Dolomiti. Raccoglie le prime dichiarazioni del Ministro Lollobrigida sull’argomento. Gli animalisti ambientalisti saranno preoccupati, tristi o in qualche caso proprio arrabbiati. Gli allevatori invece potrebbero cominciare a sperare. Chi avrà più soddisfazione?
Finora, le reazioni, le avevamo avute da due tipi di Ministro diversi. In un caso si trattava di Dicasteri che non si volevano sbilanciare (pur senza fare assolutamente nulla né in un verso né nell’altro). Abbiamo avuto però anche casi di Ministri assolutamente schierati dalla parte di lupo e orso.
Ora ne compare sulla scena un tipo nuovo, di una terza fattispecie. Uno che sull’argomento grandi Carnivori sembra un po ‘più spinto di altri. Si tratterà di vedere le applicazioni pratiche di questo suo dire. Di quanto si spingerà nel chiedere a Bruxelles come già hanno fatto Spagna, Francia e altre nazioni europee affinché ci venga concessa l’autorizzazione ad applicare la normativa comunitaria in senso meno restrittivo. O magari permettere al Trentino Alto Adige di applicare le sue (due) leggi in materia. Concedendo anche la rimozione di alcuni altri inghippi che, ad onor del vero, riguardano più la competenza dell’ambiente che quella dell’agricoltura.
Comunque sia il (dinamico) duo Pichetto Fratin e Lollobrigida nel loro prossimo (auguriamoci) produttivo futuro avranno di che sbizzarrirsi.
Per gradire un antipasto, potranno partire dal provare a lenire il problema Xylella, per gli ulivi del sud. Proseguiranno sicuramente sulla cimice asiatica. Senza diventare matti con la drosophila, potranno invece dedicarsi direttamente a cose semplici come la reimmissione di specie alloctone in natura. Potranno così provare a risolvere loro il problema innescato in Provincia di Trento relativo al ripopolamento dei torrenti e dei fiumi con la trota fario? Di certo sapranno gestire il problema dei cormorani, specialmente dove questi arrecano particolari danni. Poi, nei ritagli di tempo, visto che anche a Roma il problema lo hanno letteralmente davanti alla porta dell’ufficio, si occuperanno di ridurre il sovrappopolamento dei cinghiali.
Infine, sistemate queste alcune cose potranno finalmente autorizzare un piano lupo nazionale come Dio comanda. E se nel frattempo la lega in Trentino fosse riuscita a fare qualche azione in più rispetto al resto d’Italia sul fronte della protezione/convivenza? Allora non ci sarebbero più scuse. Dimostrata la bravura nelle opere di prevenzione-protezione allora potrebbero davvero permettere ai trentini di essere i primi ad attuare anche un progetto pilota di controllo. Ma fin che continueremo a fare uguale o meno di una regione a statuto ordinario, perché dovrebbero permetterci qualcosa di diverso nelle azioni di controllo? Essere autonomi significa essere più responsabili, più proattivi, più propositivi. Mica più furbi o più belli degli altri.
Ma temo tanto che autonomia o no anche questi ministri si lasceranno andare a tanti annunci e (spero di sbagliarmi) a pochi risultati. Così, le soluzioni proveranno ancora una volta a lasciarle in eredità. Da fare, al prossimo Ministro.