Nel variegato paesaggio del Trentino, sono molte le valli che hanno sviluppato un’autentica vocazione economica o produttiva. Penso al distretto artigianale industriale di Rovereto, agli ortaggi per la val di Gresta, alla mela o alla vite per le famose valli di Non e Cembra. Senza dimenticare la marcata vocazione turistica invernale o estiva di molte altre località.
In mezzo a tutti questi aspetti, la Valsugana invece si è distinta per una caratterizzazione piuttosto composita della sua vocazione economica. Nessuna delle quali è mai arrivata a prevalere sulle altre.
I distretti meritano una menzione speciale.
Parto da quella turistica estiva sul distretto dei laghi; o ancora, dei distretti Industriali a Pergine, Levico, Borgo e Grigno. Notevole l’agricoltura anche di eccellenza rappresentata da Sant’Orsola, il termalismo di Levico e Roncegno, la natura selvaggia del Lagorai, i siti storici e culturali della val dei Mocheni, di Sella Valsugana e quelli dei circuiti della Grande Guerra. Gettonatissimi anche gli sport sulla neve del Brocon, in Lavarone ma ahimè, non più sulla Panarotta. Una nota di encomio infine, va tutta al turismo di nicchia della singolare ma interessantissima iniziativa vacanze in Baita e anche qui dei B&B di qualità. Eppure nonostante tutto questo meraviglioso elenco, la sensazione che i valsuganotti siano sì, degli ottimi interpreti della loro storia, purtroppo però ancora in cerca di autore, c’è tutta.
La fiducia attraverso la promozione di progetti concreti
Ci ha provato a lungo la Provincia – ad esempio – attraverso i fondi LEADER, messi a disposizione dall’Europa per rilanciare la Valle. Forse con troppo, troppo poco. Eppure in passato la Provincia ci ha creduto, mettendoci del suo. Penso ai finanziamenti del rinnovo dell’impianto irriguo del conoide di Pergine, del nuovo Stabilimento di Sant’Orsola, del Biogas consortile di Villa Agnedo o degli impianti sciistici della Panarotta (ora lasciata al suo destino) di Lavarone o del progetto Aree Interne in Tesino (ancora al palo).
E ancora, sempre in passato, la Provincia ha provato a crederci purtroppo senza adeguato sostegno da parte della giunta attuale. Al manifestarsi delle prime difficoltà a proseguire la lega ha abbandonato numerosi progetti di sviluppo già avviati. E così ad andare in fumo in questa legislatura sono stati diversi finanziamenti stanziati dalla precedente.
Cito la bonifica di Villa Agnedo, pensata per creare nuovi vigneti o l’ammodernamento delle terme di Levico. Senza voler agitare il coltello nella piaga della Panarotta.
Le proposte di oggi
Oggi invece assistiamo a proposte di sviluppo del governo leghista, tutte incentrate sullo sviluppo di arterie stradali. Ad ora parliamo soltanto di promesse. Tutta da verificare ad esempio, c’è quella di estrinsecare l’attenzione a questo territorio attraverso 30 milioni di euro di asfalto. Nello stesso posto dove la provincia ha appena finito di spendere 10.
Insomma, la legislatura finirà con un bel progetto di uno stradone, finanziato in annualità mi pare dal 2024 al 2032. Un bel pagherò (se mai farò). Forse, con tutte le premesse raccontate sopra, il collegio elettorale di Fugatti meritava proprio qualcosa di più.