Sono forse diventati tutti egoisti? Quante volte lo abbiamo sentito dire.
Invece è più sbagliato che riduttivo attribuire le cause della natalità a un solo fattore, figuriamoci solo ai giovani. Entro il 2050 nel nostro paese ci saranno cinque milioni di persone in meno. E purtroppo, proporzionalmente sarà così anche in Trentino.
Anche da noi, la popolazione sempre più vecchia determinerà costi crescenti. Pensioni, sanità, servizi assistenziali non riusciranno a essere finanziati con le tasse pagate dai sempre meno nuovi lavoratori. Parallelamente assistiamo ad un preoccupante fenomeno.
Coi nuovi talenti che scappano all’estero, le nuove generazioni potrebbero contare su sempre meno persone in grado di portare avanti la nostra società. Del resto, molti giovani che si trovano in condizioni economiche difficili e a far figli sono obbligati a pensarci bene.
Ad affliggere è innanzitutto il precariato. Secondo Eures in Italia la disoccupazione media degli under 35 è al 22,1%, mentre quella nell’Unione Europea è del 15,1. Non manca la tristezza di vedersi riconosciuto uno stipendio troppo basso. Il 43% dei giovani under 35 guadagna meno di €1000 al mese. Nello stesso intervallo di tempo, le spese di un figlio possono raggiungere gli 800 euro.
A collocarsi in un livello sempre più basso rispetto alle generazioni precedenti, c’è un potere d’acquisto sempre più risicato.
Se poi vogliamo aggiungere la mancanza di servizi adeguati o a prezzo adeguato come quello degli asili nido. Infine il gap salariale tra uomini e donne: si aggiunge al fatto che il peso della genitorialità ricade ancora troppo eccessivamente sulle donne.
Una sintesi, anche riduttiva di tanti altri aspetti secondari ma non per questo minori delineano un quadro complicatissimo. Una cosa però si chiarisce. Riguardo alla denatalità, per le cose raccontate sopra sono i meno responsabili.