Questo è accaduto perché la nomina di un Commissario dei 12 è il prodotto di una prova tecnica di alleanza politica. Forse il primo atto in ordine temporale, a rappresentare l’effettiva l’alleanza tra la destra trentina e gli autonomisti storico-identitari.
Fino ad ora, questa condizione si era manifestata limitatamente a qualche incarico di seconda linea o all’approvazione di qualche emendamento in Consiglio provinciale. Questioni insomma più di facciata che di sostanza. Adesso no, qui si è andati oltre.
Il veicolo di scambio è stata la disponibilità di uno stimato giurista, a suo dire a disposizione della politica. E in effetti da buon tecnico ha già avuto modo di esprimere una buona dose di eclettismo. Ha iniziato la sua carriera in ambiente politico DEM, per poi proseguire a fianco delle Presidenze di Rossi, prima e Kompatscher, poi. La chiamata alla quale ha deciso di rispondere in questa stagione è stata quella degli autonomisti di destra. Su loro proposta è stato nominato in Commissione dei 12 sostenuto e votato anche dalla destra politica al governo del Trentino. In pratica per riuscire ad eleggerlo gli autonomisti storico identitari hanno dovuto scendere a patti con lega e FdI.
Chi segue la politica sa che una simile operazione ha un significato profondo. In pratica, ben prima della formalizzazione della compagine del centro destra, questi nuovi autonomisti hanno gia completato la loro mutazione genetica politica. Lo rappresenta il voto con Leghisti e Fratellisti architettato pur di piantare la bandierina su una nomina simbolica. Va detto che per mancato bon ton istituzionale, e in spregio ad ogni prassi storica in Consiglio provinciale, anche l’attuale maggioranza ha sommato sgarbo a sgarbo.
Si tratta di un modo di governare tipico di questa destra trentina. La stessa, rispetto alla quale stiamo cercando di costruire un governo provinciale alternativo.
La squadra è sempre più ampia, la designazione del Presidente questione di ore.
Allo stato attuale registriamo con grande soddisfazione un’ ottima accoglienza da parte del pubblico. Sale piene nei nostri incontri, moltissime le richieste di adesione. In negativo? Davvero poco. (Qui a seguire un piccolo simpatico aneddoto)
Su una pagina social, stanno fiorendo in questi giorni dei meme confezionati per altro con puerile cura e manifesta incompetenza digitale (tipica di noi boomer). Vorrebbero scimmiottare pagine analoghe che trattano la politica con scherno e satira talvolta sguaiata e spesso feroce. Il profilo fake gestore della pagina in parola raccoglie like e amicizie prevalentemente da persone legate da una comune appartenenza o simpatia politica, quella per il nostro ex partito. Invettiva e sarcasmo pur manifestando un livello intellettuale davvero basso – per ora – non hanno mai sconfinato nelle fattispecie perseguibili dalla polizia postale.
Per quanto riguarda l’autonomia intesa come prerogativa istituzionale lo strumento più efficace a sua difesa lo interpreta la politica.
Nel centrosinistra interpretato dall’alleanza dem. autonomista, la rappresentatività più evidente è interpretata da Casa Autonomia. Gli altri autonomisti non ci sono più, sono di là, a destra, con gli statalisti.