Ieri in via delle Bettine si respirava un bel clima. Tanti tantissimi giovani, passione e molta speranza: nel futuro. Di fiducia invece se ne sentiva un po’ la mancanza. Questo perché, dobbiamo dircelo, siamo in tanto a pensare che questa giunta provinciale si sia lasciata sfuggire di mano un pò troppo la gestione della materia zootecnica, .
Due grandi preoccupazioni.
Innanzitutto la remuneratività. L’impennata delle materie prime e dei costi energetici ha provocato un drammatico calo dei margini di guadagno. Il sostegno alla commercializzazione e alla promozione, tradizionalmente sostenuto con fondi pubblici ha invece lasciato molto a desiderare e se ci sono consorzi che alla fine hanno ripianato con il proprio bilancio, ci sono stati invece caseifici che hanno sofferto quando non addirittura chiuso.
L’altro grande capitolo negativo è stata la PAC. La politica agricola comunitaria ha visto un ribaltone dal punto di vista del ricalcolo dei titoli e un nuovo assetto di regole di assegnazione dei fondi nelle Misure. Aggiungono scossone a scossone in un comparto dall’equilibrio delicatissimo.
Dialogando con gli intervenuti, nelle stalle contigue all’arena, al riparo da orecchie indiscrete, non si sentivano certo girare parole tenere nei confronti della giunta. L’assenza di contenuti e di reale comprensione dei problemi del settore hanno segnato profondamente il giudizio di questi ormai 5 anni di operato. E il tutto ha sovraccaricato una parafisiologica sofferenza del settore dovuta alle difficoltà di ricambio generazionale. Non sarà una legislatura facile la prossima, indipendentemente da chi governerà.
Di certo non serena e con davanti uno spettro davvero inquietante. Una zootecnia sempre più ridotta nel numero dei suoi interpreti.