Comunque è stata una bella festa, ben organizzata in una graziosa località di quelle che furono le compagini più a sud dell’austro ungarico Impero.
Dopodiché vorrei raccontare l’impressione che noi di CasaAutonomia.eu abbiamo riscontrato trovando condivisione in molte persone incontrate.
Sembra quasi che questo Ente sia ancora troppo poco sentito, almeno dai trentini.
Certo, c’erano le istituzioni (non molte, non tutte), rappresentate da alcuni sindaci e alcuni politici locali e nazionali e c’erano tanti appassionati di storia e cultura trentino-tirolese. Rappresentatissime e molto apprezzate le significative associazioni degli Schützen. Tra gli spettatori, persone prevalentemente del posto.
Dopo le sfilate di rito, tutti in piazza sotto il palco ad ascoltare i tre premier. I cui discorsi, piuttosto stringati non hanno certo scaldato gli animi. Per riassumere tutto (?) quello che è stato fatto nel biennio di sua reggenza il presidente trentino ha parlato di promozione dell’identità. E mica attraverso percorsi culturali, convegni, didattica, promozione di nuove strategie o di tavoli congiunti? Macché! “Abbiamo piazzato i cartelli sui confini!” Ha tuonato orgoglioso.
Ai più è bastato così.
La verità è che i tre popoli che vivono nel Tirolo storico sono profondamente diversi, a partire dalla lingua. Che è forse il primo carattere per definire l’unità di un popolo. Ora, se il tedesco è quello maggiormente parlato, appare chiaro quanto bene farebbe lo studio interprovinciale di quella lingua. A nord, poi si potrebbe proporre quella italiana. Ovunque l’inglese.
In Trentino sarebbe stato lo scopo del progetto trilinguismo, fortemente voluto nella scorsa legislatura. Indebolito dai suoi acciacchi di prima applicazione, ha fatto subito una brutta fine. La lega, fin dall’inizio del suo mandato, ha pensato bene di metterci sopra la pietra tombale della soppressione. Così insieme ai difetti sono stati rimossi tutti i valori.
Ad Ala questa stortura si vedeva tutta. Quei (pochissimi) tedeschi presenti stavano per conto proprio. Gli italiani distrattamente li osservavano.