Ciò che vogliamo è una palestra di avviamento allo sci e modello di approccio ad uno sviluppo diverso della montagna.
Per questo a nostro modestissimo avviso, l’uscita in Consiglio provinciale da parte del rappresentante dell’esecutivo che definiva la Panarotta località a “fallimento” è stata davvero infelice. Il termine è tecnico, per carità ma in Consiglio provinciale si fa politica e le parole hanno peso diverso. Ma forse, o piuttosto con ogni probabilità, questo atteggiamento dialettico sottende a delle considerazioni del tutto personali che in un lapsus freudiano sono uscite anche attraverso un dichiarato d’aula.
Quale sviluppo per l’Alpe di Pergine
Apriamo qui un inciso relativo al nostro pensiero sullo sviluppo della località della Panarotta. Fa parte di un gruppo di stazioni sciistiche definite di prossimità che secondo la normativa europea sugli aiuti di Stato all’economia, possono ottenere degli sostegni speciali. Perché in effetti, più che a scopo turistico si tratta di imprese utili e valide a scopo ludico ricreativo e di avviamento allo sci.
Nelle attività di indirizzo e di incentivo però, è sotto gli occhi di tutti che su questa stazione rispetto ad altre la giunta provinciale si è comportata utilizzando due pesi e due misure.
Ora in fase di fine legislatura, e dopo che gli impianti sono rimasti chiusi per l’intera stagione, in fase di apertura della campagna elettorale si risvegliano gli animi e si riaccende l’attenzione. Della giunta provinciale, appunto.
Specifichiamo che il dicastero al turismo può e deve dare degli indirizzi di sviluppo futuro, ma quello agli enti locali potrebbe garantire ulteriori risorse necessarie ai Comuni. Servirebbero per tenere aperta una palestra per lo sci, sulla porta di casa e un luogo di approccio e di divertimento diverso dalla montagna. Trattare questa località insomma come un Ecomuseo, dotato di qualche leggera infrastruttura a scopo sportivo.
Ma si sa, bacino elettorale ed orientamento politico delle località approcciate hanno spesso influenzato le scelte politiche di questa giunta. E’ fatto notorio e dimostrato.
Per questo, pur non vivendo la sindrome da mosca cocchiera, siamo comunque convinti che il nostro ruolo di minoranza esercitando l’obbligo di critica e denuncia pubblica abbia stimolato l’esecutivo ad una qualche reazione. Peccato che arriva ora come già detto confusa e tardiva. Meglio di niente.