Del mio ex partito mi ero ripromesso di non parlare più. Lo abbiamo lasciato andare tra le spire degli statalisti e non c’è più niente da fare.
Il nostro sostegno è stata l’etica politica e la coerenza delle tante persone che sono rimaste con noi. Insieme a loro, ci siamo rifiutati di seguire scelte comprensibili soltanto se lette come soddisfazione personale dei pochi rimasti nelle Stelle Alpine. Che hanno pure avuto il coraggio di dichiararlo. “Per contare bisogna governare”. E a dire il vero, per dare il buon esempio, il presidente del partito in persona ha cercato di dimostrarlo a tutti i tesserati facendosi ricavare un posto al sole, costruito ad hoc in Regione. Forse in odore del fatto che quello al Mart, (“taylor made” pure quello) si sta un po’ ombreggiando. Così, intanto e fintanto che Fugatti è ancora al governo, (ottobre è ancora lontano ed incerto) lui è a posto. Per il resto della squadra si vedrà.
Non sono state meno sorprendenti le dichiarazioni del segretario, apparse in questi giorni su un quotidiano locale. Lo accosto nella foto di copertina ad una celebre frase. La scrisse uno sconosciuto writer, forse appassionato di politica, qualche anno fa sotto alla trave di un ponte. La riprendo oggi perché era uno slogan che era solito ripetere il vicepresidente nel partito facendola seguire da una scrosciante quanto sguaiata risata. Neanche tanto tempo fa. Ed è quello che abbiamo sempre rinfacciato al nostro ex partito: il cambio di sponda politica.
Se mai fosse servita una conferma l’abbiamo trovata in questo titoli. Nel rapporto con gli statalisti, i nuovi autonomisti son passati dal “gnanca parenti” al far da mediatori per chiamarseli in coalizione.