Il Trentino verso le “provinciali” di ottobre, sembra proprio riscrivere una delle più celebri frasi della Prima Repubblica.
Pare che rimanerne al Governo provochi le tensioni e le fratture sempre più disparate. E le compagini di governo sono destinate a presentarsi sempre più frammentate e divise.
È vero che la politica ci ha da tempo abituati ai distinguo e ai particolarismi. Per certi versi sono piena espressione di democrazia. Quando avvengono dentro ad una Coalizione fino a romperla però sono evidente segno debolezza di proposta politica.
E c’è pure chi arriva a far peggio. Il Patt, tanto per citare il più incredibile movimento di questa tornata elettorale.
Anziché ricostruire la sua storica collocazione ha saltato la barricata dell’arco costituzionale, ha distrutto il dibattito interno, provocando un fuggi fuggi generale dentro alle sue fila e provocato la divisione i tre tronconi del suo elettorato storico.
Gli Autonomisti identitari scapperanno dalla Fiamma tricolore a gambe levate, checché ne dica la dirigenza. Avranno ben due opzioni di scelta. Gli Autonomisti con Divina o l’ala sociale con Casa Autonomia.eu. Già forte per altro di tante nuove adesioni.
L’effetto è senz’altro rinforzato da un recente spot televisivo dove a parlare al posto degli Autonomisti storici c’è il capo dei Dorotei. Tanta confusione, tanta attesa, almeno per gli addetti ai lavori.
Perché senz’altro, con la presentazione della compagine di Divina, la partita per le elezioni provinciali di ottobre sì è di nuovo completamente riaperta.