Valdastico a Rovereto: ed ora il Patt che fa?

Da Michele Dallapiccola

Negli oltre settant’anni di storia del parlamento trentino, questo “nuovo” Patt è senza dubbio responsabile del più eclatante capolavoro di giravolta politica che si sia mai visto.

E come spesso accade nei partiti, queste azioni trovano responsabilità nelle figure di vertice. E infatti, alla guida del salto, troviamo una dirigenza fortemente condizionata dal suo instancabile Presidente. Al traino, un Segretario che ha sempre dato l’impressione di comportarsi in maniera così eterodiretta da assumere simbiosi politica col suo mentore.

Così, dopo il Congresso del 2022, rivelatosi un’autentica farsa, al grido di “uniamo gli Autonomisti!”, (i due qui sopra) hanno cercato di fondersi con chi avevano cacciato. Parliamo dello stesso indomito Kaswalder che ora minaccia barricate e battaglia al prossimo congresso. Dopo esser salito (sempre su invito del duo di cui sopra) sull’autobus del Patt per rientrare in Consiglio ora ricorda a tutti che il suo movimento, spento non lo ha mai. “Ora, a me la guida del Partito o me ne rivado” sembra far capire a tutti.

Nel frattempo la corposa ala sociale degli autonomisti se n’è andata da un pezzo, formando una nuova compagine. Superato il suo primo compleanno Casa Autonomia.eu ha potuto dimostrarsi a tutti ciò che è. Un movimento trasparente ed onesto formato da persone particolarmente sensibili alla solidarietà e all’autonomismo progressista, stufe delle fandonie e delle omissioni. Dei soliti due qui sopra. 

Così, ciò che rimaneva del loro svuotato partito, ha destato l’attenzione dei dorotei di Grisenti. E anche da loro, il Patt è stato sfruttato come un taxi per entrare in Consiglio Provinciale, occupandone tutti i posti disponibili fino a quel momento. Oggi, la novità per gli autonomisti in Consiglio la rappresentano loro. Il giudizio sulla freschezza di questo messaggio lo lasciamo a ciascuno di voi. Come unica cosa certa, intanto, la distanza siderale dei tempi in cui gli stessi definivano le stelle alpine fiore da sottoscala della giunta. 

Le ambiguità di una dimenticata posizione politica.

Ebbene, lì in quel sottoscala ora vive l’assessore ripescato che dovrà affrontare il primo rebus delle sue ambiguità. Protestò contro la Valdastico a Rovereto, applaudì per l’accordo Rossi-Delrio sullo stesso asset che pure il suo attuale amato Fugatti ricorda in Consiglio Provinciale. Ora nelle vesti di un nuovo cappotto tre quarti da politico serio, prova ad affermare che è necessaria una nuova operazione ascolto. Ma di chi? 

Le persone ti risponderebbero: “hai promosso manifestazioni e riunioni col tuo partito per esternare la tua contrarietà, hai letto delle posizioni chi chi vive a Rovereto e nelle valli del Leno, non ti è bastato?”

L’ambiguità è una caratteristica che troppo ha afflitto il duumvirato alla guida del Patt. Ha generato la più grande delle scissioni dalla sua fondazione ormai più di 70 anni fa. Ora dai suoi minimi storici per numero di tesserati, il Patt proverà a spiegare l’inspiegabile. Dopo l’alleanza da libro paga (politica) con Lega, dopo quella con Fratelli d’Italia, dopo aver favorito il ripescaggio di un bocciato dalle urne, alla faccia della democrazia interna del partito, arriverà anche questo nuovo ulteriore voltafaccia? 

Se così sarà, la proposta di uscita della Valdastico a Rovereto, agli “autonomisti saltafosso” tutto sommato non sembrerà poi così male. Siamo in tanti, pronti a scommetterci.