Potrebbe sembrare una di quelle considerazioni che la destra definisce come tipica degli ambientalisti da salotto. Dietro alle probabili immagini di un lupo confidente in Val di Fassa si nasconde invece qualcosa di molto più cupo e trasversale. Non soltanto per la componente ambientalista ma per tutti i cittadini; dal più disinteressato fino al più concreto degli imprenditori agricoli.
Ma facciamo un passo indietro e contestualizziamo il pensiero qui sopra con ciò che è successo in queste ore.
Sui media locali è stata infatti diffusa l’immagine di un canide confidente con gli umani. Il tutto è avvenuto sulla neve a Saint Jean, in una zona affollata della Val di Fassa, gremita di turisti, abitanti e di animali. Le interpretazioni visive sulla specie alla quale appartiene questo canide si sprecano. La personale esperienza e valutazione dell’unico vero elemento che permette di distinguere il cane dal lupo in un’immagine è però la lunghezza della coda. Per questo, con ogni probabilità qui siamo verosimilmente di fronte ad un esemplare di lupo. Ebbene il fatto che esistano animali selvatici così “antropizzati” assume almeno un paio di significati.
Da un lato la popolazione locale non ha ricevuto le informazioni sufficienti e necessarie per far sì che non si verifichino queste forme di abitudine. Che non si adottino insomma dei comportamenti umani favorendo l’avvicinamento dei selvatici.
D’altro canto non possiamo nemmeno apprezzare l’amministrazione provinciale. Tutt’altro che pronta e prodiga ad effettuare opere di dissuasione per impedire che si sviluppino comportamenti di questo tipo.
Insomma è ancora una volta la cifra che contraddistingue questi fatti è l’assenza delle istituzioni provinciali uniche e responsabili e proprietarie della custodia della specie lupo.
Non ha giovato nemmeno il cambio di persona a capo del dicastero alla fauna. Un politico certo premiato dal successo alle urne che non ha certo in cima alle sue corde la stima e l’amicizia con gli allevatori. I fischi presi alla recente manifestazione degli allevatori proprio al suo paese lo certificano in pieno.
Difficilmente dunque lo vedremo districarsi tra un allevamento e un pastore a capire bene cosa significhi convivere con lupo e con orso. Del resto è molto più comodo trascorrere il tempo a inaugurare fiere o manifestazioni turistico sportive tra cotillon e rinfreschi da jet set.
E così il risultato è un pieno pasticcio. Prima che succeda qualcosa l’animale andrebbe rimosso. Il percorso giuridico amministrativo per farlo però, a causa di tutte queste omissioni offre un sacco di falle. Ricorsi, proteste e un sacco di noi in capo a chi le vuol dimostrare.
Nel pieno della stagione turistica dopo i danni da mancata gestione orso, speriamo che ora non tocchi alla Val di Fassa, con quelli da mancata gestione dei lupi confidenti.