Tra i tre settori della produzione, è di certo dal primario che l’autonomia dovrebbe iniziare a dire la sua. E in apice alle noie degli agricoli, la zootecnia dimostra estremo bisogno.
Allora, un movimento autonomista che si rispetti, dovrebbe sobbalzare ogni qualvolta assistesse a sceneggiate politiche come quelle consumate in settimana a Trento in via delle Bettine. L’occasione è stata quella dell’assemblea annuale degli allevatori. C’è stato un tempo in cui anche in questo campo, un partito autonomista c’era. Interveniva, proponeva criticava.
Oggi invece preferisce starsene silente alleato, tristemente accovacciato (su una morbida poltrona) sotto le ali del duetto politico più anti-autonomista che si sia mai visto in Trentino: l’accordo tra Lega e Fdi.
Ecco allora che a commento della denuncia degli allevatori, pazienti custodi di territorio, all’eterna ricerca di un reddito dignitoso vogliamo intervenire noi di MCA.
Il confermato aumento del 30% dei costi di produzione chiarisce che il buon bilancio di LatteTn approvato pochi giorni fa, oltre a non riguardare i due terzi degli allevatori trentini, a stento copre gli aumentati costi aziendali.
Con una serie di atti politici coordinati dalla nostra consigliera Paola Demagri abbiamo provato a stimolare la Giunta ad attivare azioni di marketing per sostenere i consumi attraverso adeguate e dunque accattivanti azioni di marketing.
Arriva il Tavolo
In ritardo, senz’anima e facendo intendere che si naviga a vista, dopo sei anni di ininterrotto governo, in occasione della suddetta assemblea la giunta ha dichiarato che attiverà un nuovo, ennesimo tavolo. Uno dei numerosissimi proposti come se si trovasse un mobilificio anziché un ufficio decisorio.
Per saper cosa fare dopo sei anni di governo la Giunta prova a chiederlo ad altri. Eppure, un’azienda di Marketing di sistema, la Provincia – a disposizione – l’avrebbe tutta. Con tanto di professionalità e milioni di euro a non finire. Sarebbero il giusto ristoro dopo anni di eventi tagliati, dal Latte in Festa in poi ai quali invece la provincia risponde con la promessa di un tavolo!
Il rebus malghe
C’è poi un secondo inquietante aspetto che affligge la zootecnia di montagna.
Il nuovo Regolamento che anche in Provincia governa gli incentivi per le malghe è una delle solite soluzioni all’italiana che avuto successo anche a Bruxelles. Miseramente, il governo locale ha adottato tutto, pari pari, anche qui.
Intendiamoci: un tentativo di contrastare le speculazioni del settore andava fatto. Ma una soluzione preconfezionata, senza nulla di autonomo-autonomista dentro, ha finito per catapultare il Trentino in direzione opposta.
Fin quando non arriverà l’inganno adatto alla legge fatta (e è solo questione di tempo), i gestori arraffa pascoli avranno vita dura. Purtroppo però le complicazioni messe in campo per contrastare queste pratiche hanno finito per buttare l’acqua sporca con dentro il bambino. Ben più di un allevatore locale è rimasto beffato nonostante Provincia ed Europarlamentare locale parlassero di queste modifiche come di un grande successo.
Il risultato sotto gli occhi di tutti, è raccontato dagli esempi sul territorio. Tantissimi pascoli del Trentino rimarranno senza padrone e ben più di una malga verrà sicuramente abbandonata. Non saranno più dunque soltanto i Grandi Carnivori a tener lontani vacche e contadini dall’alta quota ma anche questo nuovo regolamento di monticazione.
Un macroscopico “errore di calcolo” costruito per contrastare gli speculatori, per impedire la prassi di incetta di malghe che pure andava contrastata, ha fallito e porta la firma della Lega. Da notare che gli strumenti ci sarebbero stati, bastava applicarli. L’esempio virtuoso di modalità di assegnazione coscienziose lo abbiamo visto chiaro e nitido, in valle del Chiese.
Invece adesso grazie a chi ha governato in questi ultimi anni, il cambiamento finirà per danneggiare contadini e Comuni. Le nostre Comunità dovranno fare i conti con un sicuro depauperamento del loro patrimonio montano.
Con una PAC in riduzione, una giunta da sempre disinteressata al settore, l’unica cosa certa a non cambiare sono i suoi guai. E si fa davvero fatica a pensare che il nuovo vento delle imminenti elezioni europee porterà qualcosa di buono. In Trentino governa una filiale di Salvini. Qualche volta sembra quasi che le persone lo dimentichino