Un pensiero politico “vecchio” di 11 anni ma ancora tanto attuale.

Da Michele Dallapiccola

Già 11 anni fa, nell’editoriale riprodotto qui sotto parlavo di una politica costruita in riferimento al cattolicesimo democratico AUTONOMISTA. È ancora estremamente attuale pensarlo come unico vero antidoto alla voracità romana o a modelli politici padani, qui trapianti (anche per colpa nostra) che nulla hanno a che vedere con l’interpretazione trentina dell’Autonomia.

Ecco perché con un po’ di nostalgia per l’entusiasmo e i risultati di allora lo ripubblico oggi. L’auspicio è quello di ritrovare l’unità e la forza di offrire per il prossimo 2023 un’alternativa credibile alla destra attualmente al governo del Trentino.

12 luglio 2011: IL PATT HA LE CARTE IN REGOLA PER GUIDARE LA PROVINCIA

Raccolgo con favore il dibattito in corso all’interno della coalizione di governo, su quello che sarà l’eventuale dopo Dellai, se di dopo Dellai si può parlare.

A prescindere da quelli che saranno gli scenari futuri, si deve pensare alla gestione politica dell’attuale quadro per preparare le condizioni migliori per un 2013 che è dietro l’angolo. Il Patt si presenta in questa fase politica con le carte in regola di chi sa di aver fatto un grosso e leale sforzo di ammodernamento dei propri quadri, un’approfondita azione di radicamento sul territorio con l’assunzione in primis di diversi ruoli di responsabilità di governo a partire da Comuni e Comunità di Valle, da un attento ruolo di governo in seno alla Giunta provinciale. Il risultato elettorale di mezza Legislatura delle Comunità di Valle ha oltremodo confermato un trend positivo e apprezzato del Partito.

Al di là del felice riscontro elettorale, rimarco il dato politico di questo percorso: è il confermato ruolo di centralità del Patt nel panorama politico trentino, retto da un sistema politico rispetto al quale il Patt, risulta sempre più sostanziale piuttosto che funzionale. (Tutto ciò non certo per affermare una sorta di amplificazione mediatica di meriti che non spetta a un suo esponente ovviamente esprimere.)

Desidero invece tentare di coniugare in termini di opportunità pubblica, la lettura della situazione politica attuale. Oggi risulta veramente inutile per il Trentino, parlare di uomini prima ancora che di progetto generale. Io valuto il lavoro dell’attuale Giunta provinciale degno di proseguire, pur con contributi e implementazioni programmatiche, all’interno di un assetto di equilibri come quello attuale.

In questa fase tanto delicata, risulta fondamentale anche la difesa dell’assetto autonomistico, dai rigurgiti neocentralisti.

A Roma i conti non tornano; ma con l’accordo di Milano sottoscritto dal nostro Presidente Dellai, i Trentini hanno dimostrato di sapersi fare carico di una dimensione nazionale molto complessa e complicata. Tutto ciò ancora non è sufficiente e la scure tremontiana, in questi giorni, sta abbassando nuovi fendenti contro la nostra Autonomia, per raschiare ancora una volta il fondo di un barile idealmente non suo.

Noi Autonomisti non possiamo fingere di non vedere. Dobbiamo onorare quel patto di stabilità che continuiamo a osservare nell’agenda dei lavori a quelle capacità di contenimento della spesa che rappresentano voragini debitorie in altre realtà italiane.

E’ importante per tutto il Trentino che si faccia quadrato, a prescindere dalle logiche di appartenenza, in questo momento storico; sentire anche all’interno del Consiglio provinciale, forze che tifano per un livellamento in basso degli attuali standards autonomistici in favore di un ridimensionamento del privilegio autonomista trentino, è offensivo ed autolesionista.

Se la Giunta provinciale ha lavorato bene, di questo positivo impegno collegiale credo vada dato atto di un senso di responsabilità vero, anche agli Autonomisti. Il Patt vive questa partecipazione al Governo della Provincia con molta attenzione ed equilibrio. Io, quale Presidente del Gruppo mi sono fatto garante e continuerò a farlo: la nostra è una linea di appoggio leale e dialogante, utile ad una coalizione che appieno rispetta l’anima e le origini politiche della gente trentina.

Cattolicesimo democratico e autonomismo popolare sono, elettoralmente parlando, centro politico trentino che risulta originale e non, come alcuni vorrebbero far passare, un’anomalia: rappresenta piuttosto una risorsa di fatto. E’ un elemento stabilizzatore che ha retto al rischio di una deriva che a un certo punto anche nella nostra Provincia avrebbe potuto fare breccia.

Se nessun neo centralismo, sia esso romano o padano è riuscito ad intaccare fino ad ora il nostro assetto autonomistico, lo si deve anche a questa diga di cui il Patt costituisce l’anima autonomista storica.

Il futuro richiede la capacità di interpretare problematiche dalle origini lontane ma dalle ricadute locali importanti. E’ quel che si suol dire l’effetto pratico di una globalizzazione che risparmia nessuno. E’ proprio in questa situazione che l’Autonomia deve mostrare il suo lato innovativo e non meramente contabile, cioè la capacità di inventare e sperimentare soluzioni nuove per difficoltà impreviste.

Viene chiesto al Patt un ulteriore sforzo; e ciò che serve è proprio questo Patt che sta crescendo, capace di trarre forza dalle proprie origini senza rimanerne schiacciato; in grado di superare il localismo per guidare una modernità dimensionata. Un Patt forte di una visione riequilibratrice tra centro e periferia, tra Città e valli, ma dotato di una nuova attenzione all’ambiente con proposte coraggiose e di prospettiva. Un Patt slegato da modelli culturali assoluti ed unilaterali che non rischi di confondere folklore e storia, provincialismo e cultura. Per questo Autonomismo, occorre coesione politica oltre che partitica. Occorre la necessità di guidare il Trentino avendo a cura l’interesse primo della Comunità su quello dei Partiti e delle persone ed è per questo che la comunità deve poter utilizzare tutti i suoi strumenti per poter individuare la miglior figura umana oltre che politica. Non di meno, la squadra che andrà ad interpretare tale percorso dovrà tener presente, oltre che la scelta dei suoi componenti, anche la complessa ed estrema articolazione del momento. Quelle che ci attendono sono fasi storiche in cui le risorse finanziarie imporranno interventi selettivi, attenti, rigorosamente contenuti. Il che significa avere la consapevolezza di entrare in una fase in cui gli atti politici anche impopolari andranno pensati e messi in campo, dando priorità a quelli strutturali, con il coraggio di chi desidera guidare il futuro anziché lucrare demagogicamente sul presente.

Infine un’umile riflessione intorno ad un fatto che conoscono molto bene anche i colleghi di coalizione: pallottoliere alla mano non vi sono conti che diano ragione ad una sola, singola forza politica quanto piuttosto alla famosa squadra di cui sopra.

Mi sia concesso di continuare allora il paragone calcistico (che a chi mi conosce bene risulta poco consono) ma, ritengo, assai efficace; dicevo dunque, vedo una squadra della quale il Patt può porsi come vero, unico centravanti.

Michele Dallapiccola È consigliere provinciale del Patt

Pubblicato il 12 Luglio 2011 sul sito del PATT nel suo precedente layout. QUI IL LINK ORIGINALE