E’ sufficiente seguire le indicazioni che hanno fornito gli Stati generali della montagna per permettere all’amministrazione provinciale di poter dire d’aver fatto il proprio dovere? La declinazione delle cose da fare secondo noi, la possiamo sintetizzare piuttosto in tre semplici sostantivi per un unico territorio.
Montagna.
Dunque no. L’operazione ascolto di inizio mandato degli Stati Generali, pare non aver funzionato. Più volte per questo abbiamo criticato la maggioranza. Anziché far scaturire un piano complessivo di sviluppo del Trentino di domani, ha determinato la promessa di una serie interminabile di opere stradali. Tanto costose quanto incompatibili con le disponibilità finanziarie del bilancio provinciale. Le arterie stradali di collegamento sono importanti, non c’è ombra di dubbio ma lo sono ancor più i servizi, pubblici nelle valli. Non solo quelli amministrativi delocalizzati ma anche i trasporti pubblici. A Bolzano ad esempio ha dato ottimi risultati il cadenzamento orario dei pullman.
Ambiente.
E’ il bene più prezioso che abbiamo. Acque aria e terra. Tre dei quattro elementi dell’antica cosmogonia esterni alla dimora dei trentini, col quarto, il fuoco – interno – voluto a rappresentare il focolare domestico. Sono gli elementi che scrivono la cifra della nostra comunità ma solo se sono in equilibrio tra loro. Vietato lo sfruttamento smodato della risorsa idrica, svenduta a scopo idroelettrico com’è stata da una legge che non abbiamo voluto noi. E per il resto della sua valorizzazione si attivi piuttosto un piano ragionato di utilizzo, come fu il Piano acqua val di Non
Sì ad una riduzione delle emissioni carboniose con una tutela dell’aria che promuoviamo come respirabile anche per i nostri turisti. Siamo capaci di spiegarne il perché?
Gestione consapevole e attenta della raccolta differenziata e del sistema di gestione dei rifiuti. Per non utilizzare il suolo come mero elemento di deposito.
Sostenibilità.
“Per sempre e per tutti” è la migliore declinazione di questo sostantivo. E così deve essere pensata la valorizzazione delle nostre risorse. Un’agricoltura a lotta integrata, integrata davvero con chi si impegna invece nel bio, con una valorizzazione dell’energia rinnovabile che consumi ciò che si rigenera. E un piano urbanistico a saldo incrementale della cubatura su scala provinciale pari a zero. Adeguare, migliorare, ristrutturare!
Che la demolizione degli ecomostri e del patrimonio edilizio non sia più un tabù. Ma che possa venir incentivata anche attraverso l’applicazione di misure bonus di cubatura diversamente collocabili.
Ci piacerebbe pensare alla riproposizione del fondo del paesaggio. Pulire e ripristinare aree a prato pascolo, valorizzazione dei terreni afflitti dal rimboschimento da abbandono offrirebbero ad allevatori e turisti un Trentino prativo curato ed esteticamente gradevole.
Sono alcune idee tutte da affinare dentro ad un programma di coalizione frutto della pregressa esperienza amministrativa che non possiamo non raccontare.