Per permettere agli abitanti delle valli di vivere con dignità al Trentino basta poco.
I grandi impianti, i grandi caroselli sciistici non sono strettamente necessari. O almeno non sempre e comunque. Anche perchè non tutte le località della nostra bella Provincia ne hanno qualcuno in prossimità.
Ci sono però alcune attività insediative dell’uomo, storiche, sostenibili, fanno parte della nostra cultura e del nostro paesaggio. Queste condizioni trovano la loro massima espressione nell’agriturismo di montagna, specie se in quota.
Quando poi l’infrastrutturazione turistica soft, a misura di famiglie e di bambini si accompagna agli asset citati qui sopra il mix diventa perfetto. Mi è capitato ieri, di constatarlo al Passo Cereda, nel Primiero.
A quasi 100 km dal Capoluogo, lontano dalle comodità dei servizi urbani. Qui la gente vive perché ha voglia di viverci. E potrà continuare a farlo solo se non sarà sola. I servizi pubblici sono importanti, ma lo è molto di più il lavoro. E qui non ci sono fabbriche dove farsi assumere, terziario dove cercare impiego. Ma c’è una grandissima risorsa naturale, l’ambiente, naturale o coltivato. Da loro.
Che arrivino ponti d’oro dalla Provincia per chi investe in questi luoghi, che vi sia la massima disponibilità ad agevolare le attività in queste zone. E che le persone, turisti o locali quali siano possano avere tutte informazioni del caso di come raggiungere fruire queste meravigliose piccole località, che a compensazione della dimensione offrono in cambio la pace e la tranquillità del potersi godere la montagna senza un’assillante ressa.
È questo il Trentino che vogliamo.