Macché, è solo un’amara constatazione di tenore ambientale. Perché quelli nominati nel titolo non sono metafore ma animali veri. Si tratta dello sciacallo dorato e del pesce siluro.
Dopo aver solcato le Alpi proveniente dall’est Europa, lo scaltro carnivoro dalla brillante livrea, ha finalmente varcato i confini del Trentino, pare, per stabilirsi in forma definitiva nei nostri boschi.
Non di meno, da sud, l’epopea del pesce Siluro, il divoratore dei laghi per eccellenza, dopo aver spopolato nel Maggiore e nelI’Iseo sta per conquistare anche il lago di Garda, anche nella sua porzione trentina. E’ solo questione di tempo.
E siccome si sarà sparsa la voce tra le specie alloctone che in Terra trentina si sta proprio bene, è con grande probabilità che questi animali si fermeranno qui per un bel pezzo. Un po’ come ha fatto il Gambero Gigante Americano, il mangiatutto del lago di Lagolo.
Ne parleremo con la giunta provinciale che per interventi su specie non usuali sembra intendersene parecchio. Almeno da come ha affrontato – ad esempio – la questione della trota fario. Dichiarata niente poco di meno che aliena, da una strampalata norma nazionale, pare abbia trovato nei fondamenti dell’Autonomia e nel Trentino, l’unica Provincia in Italia a impedirne il ripopolamento. Eh sì, perché la Fario è in Trentino solo dal 1500 e quindi (la data che stabilisce se uno è alloctono o meno viene fatta corrispondere alla scoperta dell’America) giusto per un pugno di anni, di trote Fario non se ne può vedere più. Con buona pace dei pescatori locali e dei loro centri di ripopolamento.
Ora, sappiamo bene che Siluro e sciacallo le cose sono un pochino diverse. L’uno è invasivo, l’altro protettissimo. Ma sono sicuro che non nutrendosi di mele e affini, non provocheranno comunque tanti pensieri alla ormai uscente giunta provinciale.
A sto punto, ai pescatori e ai pastori, offro nel frattempo uno spassionato consiglio. Se mai volessero capire come comportarsi adesso, possono sempre sentire i coltivatori dei piccoli frutti che combattono il problema della drosophila. La soluzione ci sarebbe perché già da qualche anno è dimostrata l’efficacia della ganapsis brasiliens, un suo antagonista naturale in terra straniera.
Peccato perciò che sia troppo alloctona per lasciarla andare in giro per il Trentino a cuor leggero!
Sarcasmo a parte, stimoleremo la Giunta provinciale a reagire con un più che opportuno atto politico in merito.