Il Tour del Movimento giallo, in questa settimana appena trascorsa, ha incontrato la comunità di Peio nella sua splendida frazione di Celledizzo.
Insieme alle consuete tematiche di respiro Provinciale abbiamo voluto affrontare anche alcune considerazioni di livello locale. Oltre al problema di convivenza con i grandi carnivori, tra le tante questioni aperte, affligge a livello locale, quella relativa allo sviluppo territoriale. Anche qui, a tal proposito, l’attuale giunta provinciale ha deciso di affrontare quest’importante sfida in maniera del tutto semplicistica.
L’ipotesi cabinovia
Ecco dunque la solita promessa di finanziamento di un nuovo ulteriore impianto di risalita. Si tratterebbe di un’importante infrastrutturazione. In quanto tale troverebbe già il favore da parte di una grossissima fetta di popolazione, quella degli impiantisti e quella delle persone stimolate dall’ipotesi di un finanziamento in arrivo. “Ti danno dei soldi, vuoi non prenderli?” Pare sia il mantra che gira in paese. E detta così, dal loro punto di vista potrebbe sembrare una mera ovvietà.
C’è tuttavia una porzione di popolazione particolarmente sensibile al valore di una Valle che dal punto di vista naturalistico e ambientale ha già dovuto pagare tanto. Solo parzialmente compensata dalla presenza dell’Istituto del Parco, ha dovuto subire parallelamente uno sfruttamento di risorse specialmente idriche di proporzioni davvero gravose.
È forse per questo motivo che quando la Provincia ha proposto alla Valle di connettere il proprio bacino imbrifero con il sistema irriguo della Val di Non attraverso un’opera soprannominata in dispregiativo “tubone” dal gergo locale, c’è stata una vera e propria insurrezione popolare.
Ebbene, durante la serata, abbiamo cercato di approcciare la questione “nuovo impianto” in termini razionali. Come Gruppo di opposizione noi di MCA avremmo potuto ricalcare dei cliché politici proponendo l’esatto contrario di quello che promette l’amministrazione uscente. Sarebbe stato facile denigrare l’impianto. Per catturarsi una fetta, magari minoritaria ma sicura, di consenso.
Qual è il miglior luogo dove allocare gli investimenti?
Ciò che abbiamo voluto stimolare nella popolazione invece è un ragionamento diverso. Se la Provincia ha deciso di investire oltre venti milioni di euro nella valle effettivamente è un peccato non approfittarne e non pensarci bene al voler rifiutare. Dobbiamo però considerare che il sistema impiantistico-funiviario di Peio ha comunque bisogno di notevoli interventi di miglioramento. Ci sono ancora seggiovie ad ammorsamento fisso, assolutamente inadeguate alle prospettive di sviluppo che caratterizzano le normali località sciistiche dell’arco alpino. E ci sono una serie di migliorie per creare accoglienza sull’erba e sulla neve anche per quelle persone che utilizzano impianti e infrastrutturazione senza sci o scarponi ai piedi. Non di meno un patrimonio naturalistico da valorizzare in termini ancor più incisivi rispetto a quanto è già stato fatto.
Allora il ragionamento consegnato alla località nel corso della serata è stato quello di considerare questo finanziamento come un atto dovuto nei confronti di una bellissima località.
Uno sguardo al futuro
La domanda che abbiamo posto agli astanti, rimasta inevasa è stata la seguente: “nel momento in cui la provincia decida di assegnare definitivamente i venti milioni di euro alla valle (il che non avverrà certo prima delle elezioni), siete davvero sicuri che il miglior posto dove investirli, sia lì?”. Per la cronaca parliamo di collegare la zona dove sorge una formidabile struttura recettiva a 1200 mslm nel fondovalle, a luogo da dove partono gli impianti di risalita. Servirebbe per evitare un dislivello di soli 200 metri. La fune attraverserà luoghi che mai saranno solcati da una pista di rientro, in parte protetti pure dal punto di vista naturalistico. Al di là dei costi di gestione, qual è il piano complessivo di rilancio e di ammodernamento delle infrastrutture del resto della località al netto della fune accennata in premessa? Nella presentazione si è parlato del “modello Siusi” ma la situazione orografica locale sembra piuttosto complessa e comunque completamente diversa. Alle imprese e agli abitanti del luogo va tutta la.nostra solidarietà affinché possano arrivare alla miglior scelta e al miglior risultato possibile! Con un piccolo appunto. Nella presentazione pubblica recentemente tenuta si è fatto pesante riferimento alla sostenibilità. Ricordiamo che la traduzione concreta del sostantivo significa: per sempre, ma soprattutto per tutti!