Sono 23 i milioni dedicati a questa chiusura di legislatura attraverso l’assestamento di bilancio.
Un documento politico gestito, nel segno della più pura tradizione dorotea, più come un coacervo di mancette elettorali che come un’ultima occasione per la giunta provinciale di dimostrare la propria capacità amministrativa e senso di responsabilità.
E al grido del meglio tardi che mai, ecco recuperate una serie di azioni che non hanno trovato luogo fino ad ora solo ed esclusivamente per una ripicca. Verso chi aveva lasciato i provvedimenti avviati o bell’e pronti per partire. Ed ecco allora il piano acqua in agricoltura risorgere dall’oblio nel quale era stato cacciato cinque anni fa. Ecco la legge 9/2018 utilizzata in calcio d’angolo appena prima di terminare la legislatura per tentare la gestione della specie lupo. Tanto per citare qualche esempio.
Ma torniamo al commento sullo stanziamento dei magnifici 23. Sette e mezzo tra quelli annunciati sono dedicati al rinforzo della promozione del Trentino turistico sui vari mercati. Ma oltre a questo aspetto c’è una voce richiamata che produce ben più d’una perplessità. Una ripresa del piano comunicazione orso. Sappiamo che è quantomeno necessario.
La tristezza è constatare che questo stato di cose arriva di nuovo ed ora, in un momento di crisi delle presenze turistiche che ci auguriamo rimanga soltanto passeggera.
Allora ci chiediamo se davvero non era meglio evitare quella comunicazione gridata, fino al piano nazionale. Allora ci chiediamo se un momento di crisi come questo la promozione del Trentino turistico aveva davvero bisogno di un punto di svantaggio in più.