Di carne rossa bovina proveniente da animali allevati localmente, in Trentino se ne trova sostanzialmente di due tipi:
– la prima, proviene dagli allevatori associati e deriva da vitelli che a tutti gli effetti sono incroci tra le varie razze da latte, da loro allevate, ed una razza da carne, il Blu belga. Tutti questi vitelli sono dunque destinati alla produzione di carne e si possono considerare un vero e proprio sottoprodotto della produzione del latte.
Mi spiego meglio: se io ho una vacca da latte alla quale desidero non dare progenie perché non è una vacca particolarmente produttiva, deciderò di non avere sue figlie in azienda e dunque per recuperarne parte della produttività, per la sua gravidanza (atto necessario per avere il latte) utilizzerò una razza da carne. A tale scopo nel proprio centro di Toss in Val di Non, la Federazione produce anche il seme di Blu belga grazie al quale in Trentino nascono animali con carne migliore di quella della madre dalla quale derivano poiché le razze da latte non hanno nella qualità del muscolo il proprio punto di pregio.
– seconda modalità per produrre la carne, è praticata in Trentino da poche stalle poiché scarsamente remunerativa e dunque attinge interesse più nella passione che nel guadagno: è il cosiddetto metodo del ristallo.
Ci sono allevatori infatti che comprano i vitelloni dove è più interessante acquistare, prevalentemente Francia dove c’è una lunga tradizione di produzione di razze da carne, Charolaise, Limousine, Aubrac, nomi altisonanti per la cucina internazionale. Parliamo di animali di pura razza selezionati appunto per la qualità della fibra dei loro muscoli, dunque della loro carne, che hanno trascorso il loro primo anno di vita nelle ampie praterie della nostra Europa. Portati in Trentino trascorrono almeno 6 mesi nelle nostre stalle per arrivare al punto ottimale di sviluppo del proprio muscolo. In questo caso il controllo di filiera locale può avvenire negli ultimi sei mesi ma da veterinario confermo che dai più ampi studi in merito non esistono residui farmacologici reperibili in organismo vivente per un periodo superiore ai 180 giorni. Questo stato di cose è confermato ampiamente anche da EFSA, l’ente sanitario ufficiale di riferimento Comunitario. E’ per questo motivo che quando costruimmo il disciplinare qualità Trentino decidemmo di adottare questo termine come necessario e sufficiente per poter avere garanzie sulla qualità della carne.
Grazie al Marchio Qualità Trentino sulla Carne bovina così congegnato abbiamo dato ai trentini la possibilità di scegliere tra animali nati allevati in Trentino incrociati con le nostre vacche e anche di poter disporre di animali che pur non nati in Trentino sono qui onestamente allevati e portatori di carni pregiate selezionate specificatamente per la qualità della loro fibra e gusto alimentare.
Giusta o sbagliata questa è semplicemente una filosofia politica e chi amministra d’ora in poi farà legittimamente le sue scelte come è giusto. Non è giusto invece parlare di fregatura come ha fatto una persona che considero colta e preparata come il Presidente Fezzi a latere dell’assemblea della “sua “ Federazione perché colpisce chi lavora onestamente in maniera indipendente e ancora una volta rischia di portare la cooperazione a quel brutto stato di cose in cui si cerchi attraverso regole della politica di limitare il libero mercato e la possibilità di scelta del consumatore, fatto questo che anche chi è al governo oggi, ha in passato sempre denunciato.
Ritengo che nell’interesse collettivo, mondo del commercio e dei consumatori (sempre più attenti e consapevoli ) vadano lasciati dialogare permettendo un equilibrio tra le parti. Non a caso dunque un Gruppo molto attento alla sensibilità verso il prodotto locale come il Gruppo Poli ha permesso ai consumatori la possibilità di accedere alle carni allevate proprio dalla federazione allevatori con un lodevole progetto si affianca a quello del SAIT che sta proseguendo, tra i vari, un percorso di garanzia per quanto riguarda la carne. Ci sono poi delle Aziende Private che hanno organizzato una filiera certificata, chi rispettando il disciplinare Qualità Trentino, chi uno proprio (Vitello 4T) e le Macellerie di Montagna che riunite in associazione stanno operando molto bene con un proprio programma di qualità e marketing. Svolgono numerose iniziative, convegni, formazione, la serie di eventi (Trentino BBQ ad esempio), certificando che il mercato della carne in Trentino non è monopolio della sola Federazione.
Oggi dunque i consumatori possono stare tranquilli proprio perché per la carne esiste un marchio ombrello (Qualità Trentino) che garantisce per e su tutti.
Domani, qualora questo marchio fosse messo nelle mani della sola Federazione, la qualità sulla restante parte del mercato chi la potrebbe garantire più?