In questo drammatico momento abbiamo avuto occasione più volte di constatare, quanto importante si sia rivelato, tra i servizi essenziali – e se mai ce ne fosse stato bisogno – il sistema agroalimentare.
Dentro all’Italia anche il Trentino è un fortunato produttore agricolo perché con la sua estensione orografico-geografica abbraccia una vasta area offrendo una gamma di prodotti molto interessante e variegata. I dati sui consumi rivelano che frutta e verdura, pur nelle fluttuazioni determinate dal cambiamento delle abitudini, hanno tenuto bene. Le difficoltà comunque comunque non mancano, con i vari settori che hanno risentito in maniera non omogenea sia della difficoltà di personale operativo che del cambio dei gusti e dell’orientamento dei consumi. Sappiamo infatti che in questo momento il mercato è orientato sul consumo di mele, arance o kiwi, che fortunatamente sono già in magazzino, ma si preannuncia probabile, ad esempio, una crisi per le fragole con un raccolto che è già oltre i consumi.
E se da un lato i dati relativi al contagio sono incoraggianti, quelli relativi all’andamento dell’epidemia e alle misure necessarie per contenerla lo sono un po’ meno ed ora ci troviamo di fronte alla condizione di dover rispettare una quarantena che proseguirà ancora per lungo tempo. Le cose non sembrano andare meglio all’estero dove l’ondata di contagio è arrivata un po’ più tardi che da noi. In questo contesto è difficile pensare che rispetto a prima e a tempi brevi le merci possano riprendere la libera circolazione e con loro soprattutto e a maggior ragione, le persone.
E’ in questo quadro si colloca la difficoltà di reperimento di manodopera agricola, condizione che potrebbe ripercuotersi negativamente proprio sul comparto relativo; semplificando, potremmo trovarci di fronte ad una crisi per ora latente con la concreta possibilità di andare incontro a carenza di prodotto ortofrutticolo perché non si trova personale che lo raccolga. Ipotesi remota, di fatto difficile da immaginare ora? Pensiamo ad esempio ad una quarantena e ad un blocco frontaliero di Polonia e Romania che si protragga fino al primo autunno e chiediamo un’opinione di possibili scenari in merito al comparto delle mele, allora!
La raccolta di alcune varietà di mela inizia in estateE’ qui che potrebbe collocarsi una nostra proposta relativa ad una rapida riconversione dell’impiego del sistema di sostegno al lavoro della Provincia. Esiste già ed è particolarmente apprezzabile lo sforzo dell’Agenzia del lavoro di ricollocare in questo settore alcuni richiedenti impiego. Purtroppo i numeri degli interessati hanno per ora dato però scarsa soddisfazione perché come abbiamo avuto già modo di osservare, le persone disponibili a questo tipo di attività, rispetto alle richieste anche solo ordinarie del settore, si trovano in una condizione di pietosa sproporzione negativa.
A questo punto, le squadre del Progettone, bloccate da questa quarantena, potrebbero – su base volontaria degli aderenti – dare propria disponibilità per effettuare lavori in agricoltura. Tra l’altro in questo settore, rispetto ad altre attività al coperto o al chiuso, risulta più agevole rispettare standard di sicurezza quali distanza, pulizia dell’area e scarsi contatti personali inferiori al metro di distanza.
Il progetto e la realizzazione di questa proposta amministrativa potrebbero avvenire attraverso il raccordo offerto dalle sigle sindacali agricole costruendo una compartecipazione finanziaria anche solo parziale da parte delle aziende agricole stesse ampliando il plafond di possibili aderenti. Le maglie della rete delle assunzioni nei vari interventi di sostegno al lavoro, in questi anni si sono rese più strette dalle difficoltà economiche della PAT e proprio attraverso la ipotetica compartecipazione provata potrebbero tornare almeno transitoriamente ad allargarsi.
Siamo consci che questa operazione potrebbe configurarsi quale vero e proprio aiuto economico alle imprese che andrebbe incontro ai limiti relativi che detta la normativa europea sugli aiuti di Stato. Siamo altresì convinti che in questo periodo Bruxelles possa trovarsi in una condizione “di manica larga” rispetto alle richieste delle amministrazioni locali e dunque risposte positive e tendenzialmente rapide di una deroga a questo regime, potrebbero in questa fase risultare più probabili oltre che rapide.
E’ per questo motivo che abbiamo chiesto un impegno alla giunta affinché si attivi per sviluppare, dal punto di vista tecnico e giuridico, un progetto di fattibilità e successiva attivazione di questa proposta.