CON E PER L’ALLEVAMENTO

Da Michele Dallapiccola

Si è conclusa da poche ora la discussione del Bilancio Provinciale di Previsione 2021. Anche questa volta senza parlare di agricoltura, men che meno zootecnia, non fosse stato per gli ordini del giorno che abbiamo voluto portare con il Partito Autonomista.

Per il lato melicoltura e viticoltura la cosa, pur non giustificata, è malapena comprensibile. Più il secondo, del primo tra i due comparti, hanno manifestato performance di mercato quantomeno accettabili. 

Il mercato del latte invece ha segnato il passo. La ridotta presenza di turisti e i loro il consumo di latticini, produrranno effetti che si renderanno particolarmente evidenti soprattutto nei prossimi mesi. 

Anche per questi motivi, abbiamo segnalato l’assurdità di tenere bloccati 233 milioni€ nell’AVANZO DI AMMINSTRAZIONE. Mobilitarne anche solo una piccolissima parte, per i comparti sopra citati avrebbe generato quell’interessante effetto moltiplicatore che solo il settore primario sa dare.

La risposta deprimente della giunta e stata quella di trincerarsi dietro al pensiero di aver fatto abbastanza attraverso l’integrazione del premio di indennità compensativa.

E’ gravissimo dover constatare che sono stati tralasciati investimenti, aiuti per i giovani, bonifiche e irrigazione. Orgogliosa di sé, la giunta ha parlato dei tavoli fin qui attivati guardandosi bene dal raccontare che di quanto emerso non se ne è ancora fatto un beato nulla. 

Tra le convinzioni – fuori bersaglio – che a mio avviso albergano nel cuore di un esecutivo inadeguato ad interpretare le esigenze politiche della zootecnia mi hanno tristemente colpito due concetti più volte ripetuti:

  • c’è bisogno di maggiore formazione: come se ad allevare vacche, e mi si perdoni la considerazione semplicistica, ora debba arrivare la politica a dire come si fa. 
  • il modello di allevamento fin qui attuato non va bene. Si sono sbagliate impostazioni ed indirizzi. C’è bisogno di qualità e non di quantità. 

Da sempre ci “sgoliamo” a ripetere che TUTTE le circa 800 stalle che operano sul territorio provinciale sono preziose. Non si toccano. Ed è ingenuo pensare che non ci sia qualità nel latte che producono solo perchè conferito in grande quantità. Anzi, proprio nelle aziende più strutturate si riescono a meglio interpretare gli standard qualitativi oggi richiesti dal mercato.

Se c’è tutto questo bisogno di distinguersi per proporre modelli nuovi, si comincino a finanziare bonifiche e recupero di nuovi terreni. La storiella della Banca della Terra, non convince nessuno.

Ed è ridicolo, ripeto ridicolo, che dal dicastero dell’agricoltura e foreste si parli con orgoglio e relativi comunicati stampa di RIFORESTAZIONE. In Trentino, mancano boschi? Che occasione persa, il post Vaia! Che peccato ci sia sfuggita quest’opportunità.

Ci auguriamo davvero che questa nuova PAC possa venir interpretata nel migliore dei modi ma se il buongiorno si vede dal mattino abbiamo davvero poco di cui essere ottimisti.